VIDEO | A Gioiosa Jonica un momento di riflessione promosso dalla rete dei comuni solidali: «Quanto accaduto è una sconfitta per tutti»
Tutti gli articoli di Cronaca
Il naufragio nello specchio di mare davanti a Steccato di Cutro era evitabile? A questo interrogativo hanno provato a rispondere associazioni e amministratori locali della Locride nel corso di un incontro promosso a Gioiosa Jonica dalla Rete dei Comuni solidali e della cooperativa Sankara, da anni impegnata nella gestione dell’accoglienza ai migranti.
«Questa tragedia ci ha turbati profondamente, ma la nostra sofferenza e la nostra rabbia devono diventare qualcosa da cui si possa costruire un altro mondo, perché, ne rimaniamo certi, un altro mondo è possibile – spiega Giovanni Maiolo, presidente di Recosol - Per noi, quei bambini, quelle donne e quegli uomini che hanno perso la vita a Cutro, rappresentano ciascuno delle persone accolte in questi anni, che hanno nomi e cognomi, una storia e una prospettiva di vita, che queste politiche cieche distruggono con la superficialità con cui si timbra un decreto. Abbiamo sempre agito con l’idea che sia necessario costruire reti tra cittadini, enti e soggetti che a vario titolo operano e agiscono con i medesimi obiettivi e il medesimo spirito, guardando all’accoglienza come crescita sociale, culturale ed economica dei territori e come elemento che può rappresentare una forma di reale e attiva coesione con l’intera cittadinanza, oltre che un baluardo di resistenza contro politiche xenofobe e razziste».
La rete dei comuni solidali rappresenta anche gli enti attuatori di diversi Progetto SAI, che accolgono proprio quei migranti che arrivano sulle nostre coste con barconi di fortuna. «Abbiamo voluto listare e ammainare a lutto le bandiere dell’Italia e dell’Europa – ha evidenziato il primo cittadino gioiosano Salvatore Fuda – quanto accaduto è una sconfitta per tutti perché, da quanto sta emergendo in queste ore, si tratta di una strage che poteva essere evitata».
Il porto più battuto dalla rotta turca è quello di Roccella Jonica, che lo scorso anno ha accolto oltre 7mila migranti. «Dobbiamo chiedere e pretendere risposte – è il pensiero del sindaco Vittorio Zito - Chi e perché non ha qualificato l'intervento di supporto al peschereccio come evento SAR, consentendo così l'intervento della Capitaneria? Esistono direttive o circolari che hanno modificato i protocolli di attivazione di un intervento di Soccorso rendendo le procedure più complesse e quindi meno adatte alle emergenze? Questo bisogna chiedere, senza discutere di Europa e fenomeno migratorio. Che per queste legittime discussioni c'è tempo. E non è questo, perché questo deve essere il tempo della verità».