Un tributo di sangue quantificato complessivamente in 106 vittime in cinque anni, due morti al giorno, con un costo sociale sostenuto dallo Stato di 160 milioni di euro. Sono i numeri impietosi emersi nel primo report sugli incidenti stradali realizzato dall'associazione "Basta vittime sulla statale 106" che ha passato in rassegna l'arco di tempo dal 2013 al 2017.

 

È Cosenza, sul cui territorio la cosiddetta strada della morte si dipana per 113 chilometri, a detenere l'infausto primato: 33 morti, seguita da Reggio Calabria (29), Catanzaro (24) e Crotone (20). Ed è infatti il tratto che si estende tra Trebisacce e Corigliano Rossano ad essere stato etichettato con il bollino rosso dall'associazione: 28 vittime sulle 33 totali hanno qui trovato la morte in un incidente stradale. Nella classifica della pericolosità viaria viene poi annoverato il tratto della statale che da Reggio Calabria raggiunge Portigliola, quella che congiunge Catanzaro Lido a Guardavalle e, in particolare, quella ricadente nel comune di Santa Caterina e, infine, il tratto tra Cirò Marina e Isola Capo Rizzuto nel crotonese.

 

La tendenza, che aveva raggiunto l'apice nel 2016 definito l'anno della mattanza con 32 morti, ha subito negli ultimi due anni un decremento. Diciasette le vittime nel 2017, tornate però a risalire nel corso di quest'anno in cui hanno perso la vita 18 persone. Agosto il mese più nero in assoluto, dato che ogni evidenza legato al vertiginoso aumento del volume di traffico che si scarica su un'arteria assolutamente inadeguata a gestirlo.

 

Luana Costa