Lo sfogo di Emilio, 37enne di Locri, dopo il blocco delle somministrazioni agli under 60: «Piuttosto resto vaccinato con una sola dose. La situazione poteva essere gestita meglio»
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«È come mettere benzina verde in una macchina a diesel». È amareggiato Emilio, uno dei tanti giovani che lo scorso aprile ha partecipato all’open day di Siderno, in occasione dell’inaugurazione dell’hub vaccinale al nuovo palasport cittadino. Ma più che open day, sarebbe stato meglio definirlo “AstraZeneca-day”, dal momento che l’unico tipo di vaccino disponibile era quello prodotto dall’azienda biofarmaceutica anglo-svedese.
«Avendo i requisiti da cargiver – racconta il 37enne locrese - a marzo ho rifiutato la somministrazione di Pfizer, perché ho pensato di lasciare la priorità a chi ne aveva più bisogno di me in quel momento. E non ricordo autorità sanitarie all’epoca dare particolari indicazioni sui vaccini da somministrare in giornate aperte a tutti».
Ai primi di luglio Emilio sarà convocato per la seconda dose. Ma non intende farsi iniettare un tipo di vaccino diverso da quello di Astrazeneca, così come indicato ieri dal Ministero della Salute. «Piuttosto resto vaccinato con una sola dose – sostiene – se metti benzina in un’automobile a diesel il motore si accende, ma alla lunga rischia di essere seriamente danneggiato. Non sono preoccupato e ho sempre avuto fiducia nella scienza, ma è una situazione che – conclude - poteva e doveva essere gestita decisamente meglio».