Nicola Picerno è il comandante della Sezione aerea della Guardia di Finanza di stanza a Lamezia Terme. Il Reparto operativo aeronavale dal quale dipende è quello di Vibo Valentia. Il militare, pluridecorato, ci accoglie nel suo ufficio, al secondo piano di un edificio situato nei pressi dell’aeroporto. Sulle pareti le onorificenze acquisite in oltre trent'anni di attività.

Guida una piccola flotta di 20 uomini, impiegati 365 giorni all'anno in operazioni che vanno dalla tutela delle aree demaniali, al contrasto dell'immigrazione clandestina, dalle operazioni contro il traffico internazionale di droga, fino ad interventi in caso di calamità.

Nell’hangar recentemente realizzato, sono disposti due velivoli, sempre pronti ad alzarsi in volo, sia di giorno che di notte. Come quello avvenuto sabato 21 novembre.

Durante la bomba d'acqua che si è abbattuta su Crotone l'elicottero Volpe 314 era lì, sotto la pioggia battente e un vento che viaggiava a oltre 100 chilometri orari. Ed è durante l'ultimo giro di perlustrazione che l'equipaggio ha notato una persona aggrappata al cofano di una macchina. Invocava aiuto.

Il ricordo della tragedia di San Pietro

«Non c'era tempo da perdere, bisognava agire, farlo in fretta ma in totale sicurezza», racconta quei minuti il colonnello. L'immagine di quella donna con la maglietta di un supermercato, la memoria che ritorna a Stefania Signore, la giovane mamma di San Pietro a Maida travolta e uccisa insieme ai suoi due figli da un fiume di fango e detriti.

«Così abbiamo salvato quella donna»

«Non succederà di nuovo – mi sono detto – e così ci siamo avvicinati alla macchina, la donna era stremata, non riusciva ad aggrapparsi al soccorritore. L'acqua stava per inghiottire l'auto, ed è stato in quel momento che il collega si è tuffato in acqua. Prima l'ha distesa su un letto di canne, poi è riuscito a farla salire a bordo. Era scossa, ma era salva».

Gli angeli della Gdf

Un salvataggio spettacolare, ripreso da un passante che ha immortalato i momenti concitati dell’intervento. Quella mattina a bordo, oltre al comandante e ad un finanziere del comando di Crotone, c'era il pilota Gianfranco Delfino e lo specialista Domenico Rotella.

È un racconto emozionale il loro. Li incontriamo nell’hangar, indossano le loro divise. Con lo stemma, la volpe, cucito attorno alla manica della giacca. È la stessa giacca servita ad avvolgere la donna spaventata e infreddolita. Quella giacca restituita ai suoi angeli qualche giorno dopo.

«Sarebbe bello poterla incontrare di nuovo», dicono i tre. E chissà, forse un giorno, non così lontano, potranno riabbracciarsi e rievocare un episodio che ha rischiato di strappare alla vita una giovane madre, ma che si è concluso con un lieto fine.