Sette posizioni archiviate. Questa la decisione del gip del Tribunale di Reggio Calabria, Alessandra Borselli, per altrettanti consiglieri regionali accusati di peculato e falso nell’ambito dell’inchiesta “Rimborsopoli”. Si tratta di Pietro Aiello, Giovanni Bilardi, Gianluca Gallo, Giuseppe Giordano, Salvatore Magarò, Claudio Parente e Mimmo Talarico. Secondo l’impostazione accusatoria della Procura della Repubblica reggina, i consiglieri avrebbero utilizzato per fini personali i soldi pubblici. Tuttavia, il gip, accogliendo la stessa richiesta della Procura, così come la tesi degli avvocati difensori, ha stabilito che il reato non possa essere ritenuto consumato. Nei confronti di Aiello, Bilardi, Giordano e Magarò, infatti, il giudice per le indagini preliminari ha rimarcato come non vi siano elementi sufficienti per ritenere integrata la dimensione oggettiva del reato. Per quanto concerne, invece, Parente e Talarico, è la dimensione soggettiva ad essere deficitaria. Un quadro che ha portato il gip ad optare per l’archiviazione.

 

L’inchiesta “Rimborsopoli”

È un rosario di soldi sperperati quello che emerge dalle carte di “Erga omnes” poi ribattezzata “Rimborsopoli”. Larga parte di queste spese pazze era già nota alla collettività. Così si è scoperto non soltanto che vi erano politici che, più di tutti, hanno fatto ricorso al rimborso facile; ma anche quelli che hanno tentato la furbata della doppia rendicontazione (gruppo, Consiglio), nonché coloro i quali hanno addirittura provato a portare come “pezze giustificative” delle false fatture o che si sono fatti rendicontare spese sostenute addirittura prima che iniziasse la legislatura. È un elenco imbarazzante ed a tratti irritante: viaggi nelle più esclusive mete europee, una quantità quasi inimmaginabile di pranzi e cene nei migliori ristoranti d’Italia e all’estero (da “Er faciolaro” e quelli esclusivi di Montecarlo), ma ancora servizio limousine, trattamento corpo e Spa; per non parlare di fitness, carburanti, cancelleria, tagliandi parcheggio, gratta e vinci, tarsu, gadget, materiale edile, regali natalizi, spesa in macelleria e un… televisore per la casa. Senza dimenticare, ovviamente, l’attività di finanziamento delle iniziative politiche di partito. Così, mentre per alcuni vi è stato il rinvio a giudizio, per i consiglieri sopra elencati, con riferimento agli episodi specificamente contestati, è intervenuta l’archiviazione