Lascia il carcere e passa agli arresti domiciliari Demetrio Putortì, il giovane di 26 anni che la sera del 20 agosto 2016 ha sparato con un fucile alla sorella Marisa, 21 anni, uscita da un bar di Nicotera superiore, dove lavorava, per fumare una sigaretta. 

 

Il Tribunale del Riesame di Catanzaro ha infatti accolto la richiesta di gradazione della misura cautelare così come richiesto dagli avvocati Salvatore Pronestì e Costantino Casuscelli.

I due legali avevano chiesto la derubricazione del reato da tentato omicidio a lesioni aggravate.

 

Era stata la prima sezione penale della Cassazione ad annullare con rinvioper un nuovo riesame dinanzi al Tdl di Catanzaro, la decisione del Tribunale del Riesame di confermare il 13 settembre scorso l’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Vibo Valentia in data 24 agosto 2016 per Demetrio Putortì in relazione ai reati di tentato omicidio aggravato ai danni della sorella e di detenzione e porto di un fucile da caccia usato per commetterlo.

 

La decisione della Cassazione. Per la Suprema Corte, la qualificazione giuridica del fatto andava tuttavia inquadrata non in un tentato omicidio ma nel reato di lesioni gravi. Ciò perché i colpi  sono stati esplosi “senza concitazione all'indirizzo degli arti inferiori, pur essendo facilmente attingibile altra porzione più sensibile del bersaglio come il busto o il capo della vittima”, organi vitali (il busto ed il capo) che sarebbero indicativi di un’eventuale azione omicida.

 

Da qui l’annullamento con rinvio della Cassazione ed oggi la nuova pronuncia di una diversa sezione del Tribunale della Libertà di Catanzaro che ha disposto per Demtetrio Putortì gli arresti domiciliari.

 

Gli indagati. Per la sparatoria contro Marisa Putortì, gravemente ferita alle gambe per la dichiarata intenzione del fratello di “punirla” per gelosia e per alcuni comportamenti allo stesso non graditi, oltre a Demetrio Putortì restano indagati Giulio Putortì, 41 anni, di Nicotera, zio di Demetrio, e Giuseppe De Certo, 24 anni, pure lui di Nicotera. I due sono accusati di aver aiutato il ragazzo ad eludere le investigazioni dopo il fatto di sangue. Nei confronti dei tre indagati ad aprile la Procura di Vibo Valentia ha chiuso le indagini preliminari. Dopo il deposito di memorie difensive, il pm si appresta ad inoltrare al gup la richiesta di rinvio a giudizio o quella di proscioglimento.

 

g.b.