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La figura chiave della sparatoria di Corigliano, non è Cosimo Sisto. Prima che l’anziano rivolgesse la propria arma, contro il figlio Francesco e la nuora Mina Gargiullo, il marito della nipote, Antonio Marinaro, 28 anni, genero di Francesco e Mina, aveva a sua volta esploso tre colpi di pistola dall’esterno verso il balcone dell’abitazione dell’uomo, posta al primo piano di un edificio di Schiavonea, in cui lo stesso Marinaro risiede. L’indagine condotta dai carabinieri, coordinata dal procuratore capo Eugenio Facciolla e dal sostituto Valentina Manera, ha svelato un retroscena di liti familiari e di rapporti deteriorati già sfociati in una lunga sequela di cause civili e penali, pendenti davanti al competente tribunale di Castrovillari. Retroscena resi noti in una conferenza stampa organizzata nel comando provinciale dei carabinieri di Cosenza a cui sono intervenuti il comandante provinciale Piero Sutera, il procuratore capo di Castrovillari Eugenio Facciolla, il tenente Lacueva della compagnia carabinieri di Corigliano ed il maresciallo Francesco Romano.
La ricostruzione del pomeriggio di follia
Non è semplice per gli inquirenti riuscire a sbrogliare la matassa. I carabinieri vengono allertati poco dopo le 14 con diverse telefonate alla centrale operativa che riferiscono di una sparatoria in corso e di due persone ferite. Soltanto nella tarda serata sarà possibile accertare, grazie ai rilievi tecnici, che il primo a fare fuoco è stato Antonio Marinaro. Ha impugnato una Beretta calibro 6,35 risultata rubata in un appartamento di Cosenza nel 2015, l’ha puntata verso il balcone della casa di Cosimo Sisto ed ha sparato tre volte, scheggiando una finestra ed un telaio in marmo. Cosa sia successo dopo è ancora da accertare. Di sicuro Francesco Sisto e la moglie Mina Gargiullo si sono presentati da Cosimo Sisto, o forse erano già all’interno dell’abitazione dell’anziano. L’uomo ha afferrato la sua calibro 38; ha sparato due volte in aria, poi ha esploso altri tre proiettili. Due hanno centrato il figlio Francesco, uno ha colpito la nuora. Quindi si è barricato tra le mura domestiche, dov’era presente anche la moglie.
Il ruolo del negoziatore
Cosimo Sisto era particolarmente agitato. E aveva la disponibilità di un cospicuo munizionamento. Per questo dal comando provinciale di Cosenza è giunto il maresciallo Francesco Romano, un militare appositamente formato per gestire situazioni critiche ed avviare la negoziazione. Romano, con l’ausilio di un nipote di Cosimo Sisto, è riuscito ad aprire con l’anziano un canale di comunicazione. Dopo una lunga trattativa telefonica, il maresciallo dei carabinieri ha creato con l’uomo un rapporto di empatia e fiducia, convincendolo infine a depositare la pistola sul pianerottolo esterno all’abitazione. Subito dopo Sisto si è consegnato spontaneamente alle forze dell’ordine.
La figura di Antonio Marinaro
Nel frattempo i carabinieri iniziato a venire a capo dei profondi dissidi familiari così drammaticamente esplosi. Cosimo Sisto da qualche tempo si era ritirato dall’attività del panificio aperto nella popolosa frazione di Schiavonea. A prenderne le redini era stato proprio il figlio Francesco insieme ad altri due fratelli che poi però, secondo quanto si è appreso, proprio a causa di continui conflitti e dispute, avevano avviato una seconda analoga attività. Antonio Marinaro, genero di Francesco Sisto e di Mina Gargiullo, era impiegato come panettiere proprio nell’attività retta dal suocero. Il 28enne ha alcuni precedenti per reati contro il patrimonio. Rintracciato dai carabinieri, pur avendo ammesso le proprie responsabilità, in un primo tempo aveva consegnato ai militari dell’arma una pistola a salve. Solo successivamente li ha condotti in una strada di Corigliano dove qualche ora prima si era disfatto della pistola con cui dalla strada, aveva sparato verso il balcone della casa di Cosimo. E’ stato arrestato e posto ai domiciliari per ricettazione, detenzione e porto di arma da fuoco.
Le condizioni dei feriti
Francesco Sisto sarebbe fuori pericolo, anche se la prognosi non è stata sciolta. È in coma farmacologico nella rianimazione dell’ospedale dell’Annunziata di Cosenza. Mina Gargiullo invece, è stata trasferita nel reparto di chirurgia toracica di Bari.
Salvatore Bruno