La vittima è stata raggiunta dal colpo alla gamba. Dopo qualche giorno Antonio Pannace si è costituito in caserma. Il giudice ha ora applicato la misura cautelare per il solo porto d'arma da sparo
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Il gip di Vibo Valentia, Roberta Ricotta, ha comminato gli arresti domiciliari nei confronti di Antonio Pannace, 59 anni, tratto in stato di fermo lo scorso 9 ottobre con l’accusa di tentato omicidio ai danni G. M. , avvenuto il 28 settembre scorso a San Gregorio D’Ippona. Il giudice ha ritenuto non sussistente l’ipotesi di tentato omicidio e ha applicato la misura cautelare solo per il reato di porto di arma da sparo.
Mercoledì, dopo essersi reso irreperibile per alcuni giorni, Pannace si era recato al Comando provinciale dei carabinieri accompagnato dal proprio difensore, l’avvocato Diego Brancia.
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Le immagini dei sistemi di videosorveglianza avevano ripreso il 59enne sparare all’indirizzo di G. M. Secondo le indagini condotte dai carabinieri tra i due vi erano stati precedenti dissidi dovuti a un incidente stradale tra persone legate da parentela a Pannace. Dopo aver discusso con un nipote dell’indagato, G. M. si è allontanato. Successivamente la vittima ha incontrato Antonio Pannace, è sceso dall’auto e gli stava andando incontro quando ha visto l’uomo tenere in mano un oggetto che si è rivelato poi essere una pistola.
G. M. ha tentato di scappare, ha raccontato agli inquirenti di avere sentito 4 o 5 colpi di pistola e poi un forte dolore alla gamba destra che lo ha fatto accasciare a terra.
A quel punto Pannace, dice la vittima, gli si è avvicinato, gli ha puntato la pistola al volto e gli ha detto: «Non ti uccido solo perché mi dispiace per i tuoi figli». Continua a leggere su Il Vibonese