Si tratta dell'operazione coordinata nel 2019 dalla procura guidata dal magistrato Mario Spagnuolo e condotta dai carabinieri di Rogliano nei confronti di 14 persone
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Spaccio di droga nella Valle del Savuto. Arrivano tre condanne per gli imputati accusati di aver ceduto alcune dosi di sostanze stupefacenti a un minorenne. Nella giornata del 10 gennaio 2022, il tribunale collegale di Cosenza ha emesso la sentenza di primo grado nell’ambito dell’inchiesta coordinata dal procuratore capo di Cosenza Mario Spagnuolo e dal pubblico ministero Giuseppe Cozzolino.
Nel 2019 infatti i carabinieri della Compagnia di Rogliano avevano eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 14 persone, altri invece erano indagati a piede libero. Dinanzi al tribunale presieduto dal presidente Francesco Luigi Branda (giudici a latere Stefania Antico e Iole Vigna), sono comparsi Marcello Ritacco, Giuseppe Amendola e Mara Stumpo.
L’istruttoria dibattimentale, tuttavia, è servita a chiarire le presunte condotte illecite dei tre rispetto alle quali si è giunti a una sentenza di colpevolezza ma con un quadro accusatorio ridimensionato, in quanto non sarebbero emersi elementi sul fatto che i tre imputati fossero consapevoli di cedere la droga a un minore. Dall’articolo 73 comma 4, il fatto è stato riqualificato in spaccio di droga di lieve entità, visto che le persone sentite erano già assuntori di sostanze stupefacenti. Ciò ha portato il tribunale di Cosenza a condannare Marcello Ritacco a un anno di reclusione, Giuseppe Amendola a nove mesi di carcere e Mara Stumpo a quattro mesi di reclusione.
Il pubblico ministero Giuseppe Cozzolino aveva chiesto invece due anni per Marcello Ritacco, un anno e dieci mesi per Amendola e sei mesi per Stumpo. Il collegio giudicante ha comunque concesso la pena sospesa per Giuseppe Amendola e Mara Stumpo. Nel collegio difensivo figurano gli avvocati Maurizio Nucci (difensore di Marcello Ritacco), Giuseppe Amendola (difensore di Giuseppe Amendola) e Angela D’Elia (difensore di Mara Stumpo). Gli altri imputati rimangono in attesa della definizione del processo in sede monocratica, mentre Marcello La Tegano in primo grado, rito abbreviato, aveva subito una pesante condanna.