Sono state chiuse le indagini dell’operazione “Scacco alla regina”, che portò in superficie un traffico di droga nel quartiere rom Ciampa di Cavallo. A gestirlo, dando così il nome all’inchiesta una donna, Caterina Butruce, che da dietro le sbarre, sarebbe riuscita a muovere le fila della distribuzione delle dosi di diversi stupefacenti.

 

La Procura ha notificato l’avviso di conclusione indagini a 17 persone. Si tratta di Caterina Butruce, Sandro Bevilacqua, Daniele Amato, Fabrizio Berlingeri, Tonino Amato, Marcello Amato, Anna Maria Pani, Angela Franceschi, Hans Georg Holzuhausen, Antonio Palermo, Antonio Galiano, Patrizio Amato, Domenico Palmieri, Salvatore Iannazzo, Pasquale Buffone, Gianfranco Bruno, Ugo Torcasio.

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L’operazione scattò a novembre 2019 e vide l’impiego di oltre cento militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catanzaro e di altri reparti della Calabria. Quella portata in superficie è una vera e propria centrale di spaccio di cocaina ed eroina che avveniva nel quartiere rom h24 tanto da avere portato alla costituzione di un sistema di turnazione delle vedette e di coloro che dovevano cedere le sostanze.

 

Lì, tra quelle decine di appartamenti popolari abitati quasi integralmente da famiglie di etnia rom, ad ogni ora del giorno e della notte venivano vendute dosi su dosi. E la clientela non mancava, tanto da costringere gli spacciatori a coinvolgere i minori. Fondamentali nelle indagini le intercettazioni che portarono alla luce un lessico costruito ad hoc per comunicare ciò che doveva essere rifornito e distribuito: latte, latte parzialmente scremato, vino, birra alcuni dei termini utilizzati. In quattro casi gli spacciatori erano anche percettori di reddito di cittadinanza, mentre in altri vivevano in nuclei che ne erano beneficiari.