La paradossale storia di una donna di Cetraro che non è ancora riuscita a vaccinarsi e adesso si appella alle autorità: «I miei problemi non risultano contemplate nelle tabelle di esenzione»
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«Non sono un medico e non ho competenze per affermare se sono a rischio oppure no, sono abituata a rispettare le regole, ad aspettare il mio turno ed a cedere il passo, se necessario, ma, avendo già pagato alla sanità calabrese un prezzo altissimo non vorrei pagarne uno ancora più alto! Penso di avere diritto a delle risposte!». Sono le parole conclusive di una lettera scritta da una donna di Cetraro, Rosina Castelluzzo, che nonostante i suoi problemi di salute non è ancora riuscita a prenotare il vaccino. La missiva è stata inviata all'indirizzo del presidente facente funzioni della Regione Calabria, Nino Spirlì, del consigliere regionale di Cetraro, Giuseppe Aieta, e del centro vaccinazioni allestito nella cittadina tirrenica. La donna ha poi deciso di rendere pubblico il contenuto per sensibilizzare l'opinione pubblica.
Un lungo calvario
«Sono una donna di 55 anni e scrivo questa lettera per sottoporre alla Vs attenzione la situazione paradossale che vivo in questo difficile momento di pandemia - scrive la signora Castelluzzo -. Nel novembre 2013 sono stata sottoposta, in Calabria, ad un intervento di tiroidectomia totale durante il quale ho subito la lesione di entrambi i nervi ricorrenti con conseguente paralisi laringea bilaterale e paresi bilaterale delle corde vocali in chiusura e riduzione gravissima dello spazio respiratorio. Dopo un anno di traversie e di terrore per le frequenti crisi dispnoiche che potevano anche rivelarsi fatali, sono stata sottoposta (questa volta al nord) ad intervento di cordotomia posteriore sinistra con laterofissazione al fine di creare, attraverso la rimozione di parte di una corda vocale, uno spazio respiratorio adeguato a scongiurare il pericolo del soffocamento ma, ovviamente, non a ricomporre una situazione purtroppo irreversibile».
Ad alto rischio ma non "fragile"
A causa della sua delicata condizione di salute, tutti i sanitari che l'hanno avuta in cura le avrebbero fortemente raccomandato, ancora prima della pandemia da coronavirus, di non esporsi «ad agenti patogeni che possano interessare le vie respiratorie e a prevenirne l’esposizione attraverso tutte le vaccinazioni possibili (antinfluenzale, antipneumococcica …) per evitare infiammazioni che possano ulteriormente ridurre uno spazio respiratorio già di per sé notevolmente compromesso». Con il diffondersi del Covid, la signora Castelluzzo è tornata dai medici, i quali le hanno riconfermato di essere un soggetto ad "altissimo rischio". Paradossalmente, però, non rientra non nelle categorie dei soggetti cosiddetti "fragili" che hanno priorità nella somministrazione del vaccino anticovid. Ogni tentativo di prenotazione è finora stato vano: «Le mie problematiche - dice - non risultano contemplate nelle tabelle di esenzione». Ma il virus si diffonde in fretta e la paura di essere colpita aumentano di ora in ora. Così la donna ha deciso di denunciare la sua vicenda, nella speranza che le sue parole possano aiutare lei e le persone che si trovano nelle sue condizioni ad accedere con facilità e in tempi ragionevoli al siero immunizzante.