Tre ore di interrogatorio per Gianluca Bevilacqua che viene posto ai domiciliari. Risponde al gip anche il dirigente. Tra le accuse contestate, il duplice modus operandi per assegnare le case
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Si sono svolti oggi gli interrogatori di garanzia nei confronti di Gianluca Bevilacqua, detto Core Malato, 44 anni, e Vincenzo Celi, 61 anni, entrambi di Catanzaro.
Celi e Bevilacqua – posti agli arresti in carcere venerdì scorso nell’ambito dell’operazione della Procura di Catanzaro tesa a svelare la gestione privatistica dell’assegnazione degli alloggi popolari nel capoluogo – sono considerati i perni del cosiddetto sistema Aterp. Vincenzo Celi, funzionario all’interno dell’ufficio Patrimonio e Bevilacqua, che avrebbe controllato gli alloggi liberi evitando occupazioni casuali, sono la base di un sodalizio, sostiene l’accusa, ben rodato formato da privati, due agenti della polizia municipale, il consigliere comunale di Forza Italia Sergio Costanzo e altri pubblici ufficiali.
I due indagati hanno entrambi risposto alle domande del giudice per le indagini preliminari. Gianluca Bevilacqua, difeso dall’avvocato Piero Chiodo, ha parlato per tre ore affermando di non aver commesso falsi e che le assegnazioni delle case date a lui e ai familiari sono regolari. Per lui il gip ha stabilito la misura degli arresti domiciliari.
Anche Vincenzo Celi, difeso dall’avvocato Enzo Savaro, ha risposto al gip respingendo le accuse. Al momento non è nota la decisione presa sulla sua misura cautelare.
Stando alle indagini condotte dagli agenti della Digos della questura di Catanzaro e dai carabinieri del comando provinciale, il sistema corruttivo si basava su due modus operandi: permettere l’occupazione abusiva di un alloggio a una persona, dietro il pagamento di un compenso, per poi regolarizzarla in un secondo momento, e attraverso il cambio alloggio, assegnando un alloggio nuovo a un inquilino e dando quello liberato a persona gradita a coloro che il gip non esita a chiamare sodali.