La «spedizione punitiva» avrebbe dovuto coinvolgere anche il primo cittadino di Acquaro e i carabinieri di Arena. Il giudice: «Nessun rispetto per l’autorità»
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Il gip del Tribunale di Vibo Valentia, Francesca Del Vecchio, ha convalidato i fermi dei tre giovani accusati dell’aggressione nei confronti del sindaco di Dasà, Raffaele Scaturchio. Al contempo nei loro confronti è stata emessa un’ordinanza di custodia cautelare unitamente ad un quarto indagato. Vanno così agli arresti domiciliari: Gaetano Pisano, 24 anni, Benedetto Mazza, 29 anni, Simone Mazza, 22 anni (destinatari del fermo) e Vincenzo Mazza, 24 anni. Sono tutti di Acquaro e devono rispondere di lesioni personali aggravate, danneggiamento, resistenza a pubblico ufficiale e Gaetano Pisano anche dell’ulteriore reato di evasione. Per Gaetano Pisano e Vincenzo Mazza i reati sono aggravati dalla recidiva specifica, reiterata e infraquinquennale.
Il gip nel suo provvedimento parla di estrema «gravità del fatto» e di «pericolosità» degli arrestati, tanto che uno di questi – Simone Mazza – una volta in caserma ha preannunciato un piano di azioni ben più grave ai danni dei carabinieri, indicando aprile come data di realizzazione dello stesso. «I fatti appaiono tanti più gravi – spiega il giudice – se si considera il luogo dell’aggressione, sede istituzionale ampiamente sorvegliata, elemento da cui si desume la totale indifferenza degli arrestati a qualsivoglia autorità statale e, conseguentemente, fonda una prognosi negativa in ordine alla possibilità di rispetto di prescrizioni connesse a misure cautelari meno afflittive».
Gli aggressori sono giunti al Municipio di Dasà con l’auto di Benedetto Mazza, il quale ha quindi aderito completamente, secondo il giudice, – insieme al fratello Simone Mazza – alla spedizione punitiva, sia pur incensurati. Con precedenti sono invece Gaetano Pisano e Vincenzo Mazza che per il gip denotano una «totale incapacità di gestione dei propri impulsi, oltre che una propensione alla violenza fuori dal comune e una completa assenza di rispetto dell’Autorità». I quattro hanno infatti organizzato – quella che il giudice chiama «spedizione punitiva», che sembrerebbe abbiano intenzione di compiere anche nei confronti del sindaco di Acquaro, Giuseppe Barilaro, e dei carabinieri di Arena. Alla base dell'aggressione, per entrambi gli amministratori locali, sarebbe stata quella di aver espresso solidarietà ai carabinieri dopo il raid nella caserma di Arena. I fatti risalgono al settembre scorso.
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