Prevale la strategia del silenzio per alcuni delle persone coinvolte nell’inchiesta che ha sventrato un sistema di sfruttamento del lavoro nero e sottopagato
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Scena muta per due dei sei indiziati finiti dietro le sbarre nell’ambito dell’operazione contro il caporalato portata a termine dai carabinieri del Reparto Operativo di Corigliano Rossano sotto il coordinamento della Procura della Repubblica del Tribunale di Castrovillari. Al via gli interrogatori di garanzia davanti al Gip, alla presenza dei difensori delle parti rappresentate dai legali Francesco Nicoletti, Pasquale Di Iacovo e Angelo Milito.
In due si sono avvalsi della facoltà di non rispondere riservandosi di fare chiarezza in una fase successiva. Le indagini sono state corroborate non solo dalle tesi sostenute dalle presunte vittime in sede di escussione, ma anche da captazioni ambientali e da intercettazioni telefoniche i cui contenuti hanno rafforzato le tesi accusatorie.