VIDEO | Un'altra persona è stata è stata sottoposta all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. L'attività d'indagine è stata attuata con l’ausilio di intercettazioni telefoniche, e servizi di osservazione, pedinamento
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Sei persone sono state raggiunte da un'ordinanza di custodia cautelare perché si sono resi responsabili del reato di favoreggiamento e sfruttamento alla prostituzione nel Catanzarese, inoltre sono stati sequestrati gli appartamenti utilizzati per le attività illecite a Squillace Lido, Copanello e Stalettì.
Cinque persone sono finite agli arresti domiciliari, mentre l’altra è stata sottoposta all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
I nomi
Antonio Santoro, (Catanzaro, classe 1984)
Luigi Santoro (Catanzaro, classe 1988)
Giuseppina Macrillò (Catanzaro, classe 1983)
Giuseppe Migliazza (Borgia, classe 1944)
Gabriele Ricciardi (Catanzaro, classe 1957)
Mario Astarita, (Catanzaro, classe 1964 – Obbligo di presentazione alla pg)
Le indagini
Nello specifico i soggetti in questione si sono resi responsabili del delitto previsto dalla L. 20 febbraio 1985 nr.75 poiché con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso in concorso ed unione tra loro, hanno favorito ovvero hanno sfruttato la prostituzione altrui, richiedendo agli occupanti degli immobili dediti all’attività di meretricio, somme di denaro notevolmente superiori al valore di mercato.
L’articolata attività investigativa, attuata con l’ausilio di intercettazioni telefoniche, e servizi di osservazione, pedinamento e controllo, ha consentito di acclarare l’esistenza di un’attività illecita di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione posta in essere dagli indagati in concorso tra loro, ciascuno con ruoli e compiti ben precisi.
I “protettori”, difatti, hanno messo in piedi una fiorente attività di prostituzione all’interno degli immobili di proprietà di uno dei soggetti colpito dalla misura, ove ciclicamente le donne erano solite prostituirsi, favorite dal sostegno logistico fornito dagli altri indagati i quali si preoccupavano di garantire alle donne gli spostamenti ed il necessario per l’attività illecita. Il procedimento penale pende in fase di indagini.