«Non voglio dormire in strada. Chiedo aiuto al Comune, non solo per me ma soprattutto per mio figlio che ha soli otto anni». Di solito Malika Lachgar l’italiano lo parla bene ma, oggi le lacrime le impediscono di essere serena. È tanta infatti, l’amarezza, lo sconforto, la delusione. Da oggi insieme al figlio Younes non ha più una casa. La donna, originaria del Marocco, risiede in Italia da otto anni e la sua abitazione si trova nel cuore del quartiere “Sbarre”, alla periferia sud di Reggio Calabria. Da oltre un anno non paga l’affitto e il proprietario ha ottenuto lo sfratto. Malika vorrebbe pagare il canone ma, le precarie condizioni lavorative non glielo consentono. «Io lavoro come donna delle pulizie in un’impresa- ci dice- ma non mi pagano regolarmente. Se mi pagassero tutti i mesi non avrei difficoltà a saldare l’affitto».

La donna ha diritto ad un alloggio popolare

Malika quei trecento euro per la casa proprio non riesce a racimolarli. Ha un figlio da mantenere, da educare e che ha quindi bisogno di essere accudito. «Il comune mi aiuti- afferma disperata- non ci lasci finire sotto a un ponte». La donna proprio a causa delle gravi difficoltà economiche in cui versa ha diritto ad un alloggio popolare. Lo ha richiesto ma, Palazzo San Giorgio non ha ancora preso in considerazione la sua domanda. La sua situazione rientra in quelle previste dall’articolo 31 della norma che riguarda l’assegnazione di immobili pubblici per la cosiddetta “emergenza abitativa”, inerenti le drammatiche situazioni di bisogno dei cittadini. Insieme a lei oggi, durante lo sfratto, Giacomo Marino, facente parte dell’ “osservatorio sul disagio abitativo” che da anni denuncia insieme alle altre associazioni le inadempienze del Comune. Al momento pendono una cinquantina di istanze al settore “edilizia popolare”. Famiglie che non riescono ad arrivare a fine mese e che versano quindi in una totale criticità abitativa. «Vista la situazione- afferma Marino- le persone si sono scoraggiate anche a presentare le domande. Al momento nulla è stato fatto. Negli uffici preposti ci sono le istanze presentate dal mese di aprile in poi però ancora non c’è stata alcuna risposta. Non è stata stilata- ha concluso Marino-neanche una graduatoria».

Le inadempienze del Comune

Da  un lato quindi Palazzo San Giorgio non sta intervenendo per assegnare gli alloggi alle famiglie rientranti nell’ ”emergenza abitativa”  e dall’altro però sono tante le inefficienze in questo settore. I vincitori del bando di assegnazione degli alloggi popolari, risalente al 2005, ancora non si sono visti assegnare le case. Si è arrivati solo fino all’ottavo posto e poi il Comune non ha provveduto allo scorrimento della stessa. Stasi anche per le verifiche da parte di “Hermes” (società di servizi il cui socio unico è il comune reggino ndr) che non ha provveduto a ed effettuare la “mappatura” completa sugli immobili e soprattutto a verificare se sono ancora in essere i requisiti da parte degli attuali possessori. Infine, paralisi istituzionale anche per quanto riguarda il “cambio di alloggio” da parte di chi ha richiesto appunto la sostituzione degli immobili e la manutenzione degli stessi. E a pagarne le spese sono sempre, e solo, i cittadini in difficoltà.