Il magistrato arrestato parla della sua relazione con l’avvocato Palma Spina: «Nulla di sentimentale, solo utlilità reciproca». E racconta anche di un viaggio in Austria fatto con 4mila euro “prestati” dalla donna
Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
«Preciso che la relazione con l’avvocato Spina non era di carattere sentimentale». Non lasciano spazio ad alcun dubbio le parole cristallizzate nel verbale, esito dell’interrogatorio in carcere sostenuto dal presidente di sezione della Corte d’Appello di Catanzaro Marco Petrini. Il magistrato attualmente risulta indagato per corruzione in atti giudiziari nell’ambito dell’inchiesta Genesi, istruita dalla Procura di Salerno ma che continua a produrre scosse telluriche negli uffici giudiziari catanzaresi. Il giudice non si sottrae alle domande dei pubblici ministeri chiarendo anche ogni aspetto sulla natura delle “relazioni” intrattenute con le due avvocatesse, coinvolte a loro volta nell’inchiesta.
Il rapporto con Palma Spina
E sul rapporto con Palma Spina, Petrini sgombra immediatamente il campo da ogni dubbio derubricando i rapporti a scambi di natura sessuale. «La relazione inizia nel febbraio del 2019 – chiarisce il magistrato – e si è protratta fino alla data del mio arresto, anche se dopo l’estate non ci siamo visti con la stessa frequenza. I processi tributari da me giudicati, patrocinati dall’avvocato Spina sono pochi che io mi ricordi. Fra quelli che ricordo vi sono quelli di cui l’avvocato mi ha parlato». Marco Petrini, ad esempio, ricorda di averla favorita autorizzando la trattazione di un ricorso in formato cartaceo erroneamente introdotto in modalità telematica.
Il viaggio in Austria "finanziato" dall'avvocato
Ma con l’avvocatessa il magistrato si lascia prendere la mano, intrattenendo con lei rapporti di natura puramente “materiali” non si fa scrupolo di chiederle un’ingente somma di denaro dopo averle fatto credere che il denaro fosse destinato «a transigere una controversia con un istituto di credito per un finanziamento legato alla ricostruzione dopo il terremoto in Umbria del 1997». I 4mila euro erano stati infatti chiesti all’avvocatessa a titolo di finanziamento ma per una vacanza in Austria per lui e la sua famiglia. «In realtà utilizzai parte di quella somma per pagare una vacanza in Austria e in Slovenia fruita da me e dai miei familiari – racconta Marco Petrini -. Allo stato non ho restituito alla Spina detta somma di denaro né lei me ne ha fatto più richiesta».
L'utenza "riservata" della madre dell'avvocato
E sono invece più particolareggiati i racconti forniti ai procuratori di Salerno riguardo il rapporto con l’avvocato Maria Tassone. Il giudice non nega: «Ammetto i fatti così come contestati” conferma confessando di utilizzare un’utenza telefonica in uso alla madre di Tassone per “sentirci con più tranquillità». Oltre alle “agevolazioni” già note agli inquirenti però il magistrato ci tiene a far sapere che ve ne sono altre non finite nell’ordinanza di custodia cautelare. «In particolare, mi sono venuti in mente due procedimenti di prevenzione personali. In entrambi i casi ero relatore ed estensore e il collegio ha accolto l’atto di appello proposto dall’avvocato Tassone. Devo dire che abbiamo applicato la giurisprudenza che abitualmente valorizziamo in tema di pericolosità sociale e dunque ritengo che non sia stato concesso alcun favoritismo». Il che suona come l’ultimo ed estremo tentativo di confinare il rapporto entro i limiti della relazione sentimentale.