Sul caso di Rende interviene anche Antonio Marziale: «Negare il pasto ad un bambino indigente offende la dignità di un soggetto di diritto tutelato a livello internazionale»
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«Se, quanto dichiarato dalla segreteria provinciale Flc Cgil di Cosenza risponde alla realtà dei fatti, ci troviamo al cospetto di una lesione fondamentale ai diritti dei minori, che non può avere cittadinanza in un paese ratificatore della Dichiarazione Universale Onu sui Diritti del Fanciullo». È quanto dichiara il Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria, nell’apprendere che la ditta che gestisce il servizio mensa per i bambini che nelle scuole elementari di Rende effettuano il tempo pieno, la Siarc, abbia deciso di sospendere l’erogazione dei pasti per una ventina di bambini le cui famiglie risultano debitrici verso la ditta.
«Se poi tra queste famiglie ve ne sono anche a reddito zero, dunque nient’affatto debitorie, perché esenti dall’obbligo di pagare - continua Marziale - allora il tutto assume contorni legali, oltre che sociali, di portata gravissima. Chiederò agli attori implicati nella vicenda, ossia Flc Cgil, amministrazione comunale di Rende e ditta appaltatrice del servizio mensa una relazione dettagliata al fine di vagliare i fatti ed eventualmente adire all’autorità giudiziaria. Negare il pasto ad un bambino indigente offende la dignità di un soggetto di diritto tutelato a livello internazionale da una Dichiarazione che troppi amministratori, pubblici e privati, non conoscono e di conseguenza non rispettano, incorrendo sovente in azioni da stigmatizzare socialmente, ma soprattutto in reati da accertare e perseguire».
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