L’operazione scattata nel 2021 e poi confluita nel processo Epicentro continua a far emergere l’infiltrazione delle cosche nel tessuto imprenditoriale. In totale è di circa 23 milioni di euro il valore delle attività economiche finite nel mirino degli investigatori (ASCOLTA L'AUDIO)
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Ancora un’operazione di contrasto patrimoniale posta in essere dai carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria, che hanno eseguito un provvedimento di sequestro patrimoniale per circa 3 milioni di euro, mettendo i sigilli a beni societari, immobili e finanziari, di fatto riconducibili al pregiudicato Santo Germanò, 52 anni, originario di Villa San Giuseppe. Germanò, che gli inquirenti indicano come esponente di primo piano delle cosche Rugolino e Condello, è stato inquisito nelle operazioni "Metamateria" e "Epicentro", e già condannato nel 2005, in concorso, per il tentativo di omicidio dell' imprenditore edile Pietro Barbera.
I carabinieri del reparto operativo, diretti dal tenente colonnello Massimiliano Galasso, hanno notificato al Germanò il decreto di sequestro della società Center clean srl, che aveva il monopolio per la manutenzione e la disostruzione delle reti fognarie nel comune di Reggio Calabria, terreni agricoli e posizioni finanziarie per circa tre milioni di euro. Contestualmente, i carabinieri hanno altresì notificato al Germanò la sorveglianza speciale di pubblica sicurezza per cinque anni.
In particolare, la misura patrimoniale, è stata emessa dal Tribunale del capoluogo – sezione Misure di Prevenzione – diretta dalla presidente Natina Pratticò, a conclusione di approfondimenti patrimoniali coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, diretta dal Procuratore Giovanni Bombardieri, scaturiti dalle risultanze emerse nell’operazione “Metameria”, eseguita nel febbraio 2021.
L’attività nel suo complesso, sulla base di meticolosi accertamenti di natura patrimoniale compiuti dai militari dell’Arma, ha consentito di dimostrare la pericolosità sociale e l’illecita accumulazione patrimoniale posta in essere da Germanò, accusato di intestazione fittizia delle quote sociali di una società, nel capoluogo reggino, funzionale a occultare l’infiltrazione della cosca Condello-Rugolino e delle altre cosche operanti nella città di Reggio Calabria nel settore delle imprese dedite ai servizi di pulizia e manutenzione delle reti fognarie.
L’operazione “Metameria” ha determinato nel febbraio 2021 l’emissione di 28 provvedimenti cautelari, permettendo - tra l’altro - di ricostruire i rapporti della cosca Condello di Archi con imprenditori ritenuti come asserviti totalmente alla ‘ndrangheta.
L’inchiesta è confluita a sua volta nel processo “Epicentro”, nel cui contesto l’odierno indagato è stato condannato a 2 anni e 8 mesi. Nel suo complesso, l’indagine, nello specifico settore della prevenzione, ha consentito, sulla base della stretta correlazione tra gli elementi acquisiti nel procedimento penale, di accertare tutti i beni illecitamente ottenuti durante il periodo di pericolosità sociale dei soggetti investigati, e sequestrare diverse imprese operanti nei settori dell’edilizia ed impianti elettrici, officine meccaniche per mezzi pesanti, onoranze funebri e distribuzione di carburanti per autotrazione, oltre 200 tra beni mobili e immobili siti nella provincia di Reggio Calabria, Cosenza e Messina, 19 quote societarie, nonché disponibilità finanziarie pari a oltre 3 milioni di euro, per un valore complessivo stimato di oltre 23 milioni di euro.
Una manovra investigativa il cui esito evidenzia, ancora una volta, l’importanza della strategia di contrasto patrimoniale messa in atto dal Comando Provinciale Carabinieri di Reggio Calabria, quale arma efficace per esprimere la propria devastante potenzialità di aggressione ai patrimoni occulti dei sodalizi mafiosi. Trattasi di provvedimento allo stato degli atti e fatte salve le successive valutazioni sino alla definitività della pronuncia stessa.