Presidenza del Consiglio e ministero dell’Interno ottengono una provvisionale di 900mila euro. Cifre consistenti anche per i Comuni e la Regione. La rapina ai danni di una banca poi costa 300mila euro ad un imputato
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Risarcimenti record per le parti civili costituite nel troncone in abbreviato del maxiprocesso Rinascita Scott. Il gup, Claudio Paris, non fa sconti e tutti gli imputati riconosciuti colpevoli del reato di associazione mafiosa o dei reati aggravati dal metodo mafioso sono stati condannati anche al risarcimento dei danni in favore delle costituite parti civili, Presidenza del Consiglio, ministero dell’Interno e commissario straordinario antiracket ed antiusura, da liquidarsi in separata sede, ponendo a carico degli stessi una provvisionale quantificata in 900mila euro, più la rifusione delle spese di costituzione e difesa liquidate in cinquemila euro.
Alla Regione Calabria, gli stessi imputati dovranno invece pagare una provvisionale quantificata in 750mila euro. Il resto dei danni sono da liquidarsi in separata sede.
Queste le altre provvisionali – il resto dei danni da liquidarsi in sede civile – da pagare agli enti locali parti civili nel processo: 200mila euro alla Provincia di Vibo Valentia e altre 200mila euro al Comune di Vibo, quindi 150mila euro a testa per gli altri Comuni parti civili ecosì indicati: Filandari, Filogaso, Ionadi, Limbadi, Maierato, Mileto, Nicotera, Pizzo, Ricadi, San Costantino Calabro, San Gregorio d’Ippona, Sant’Onofrio, Stefanaconi, Tropea, Zungri. La rifusione delle spese di costituzione e difesa sono state liquidate con somme che variano fra le 3.870 euro e le cinquemila euro per ogni Comune. Spese poste provvisoriamente a carico del Fondo di rotazione per la solidarietà delle vittime dei reati di tipo mafioso.
All’Associazione antiracket ed antiusura della provincia di Vibo è stato invece riconosciuto un risarcimento di 30mila euro, più spese legali per 3.870 euro.
La rapina a mano armata, aggravata dal metodo mafioso, ai danni della Banca di Credito cooperativo di San Calogero ubicata a San Nicolò di Ricadi, costa invece il risarcimento di ben 300mila euro a carico di Giuseppe Lopreiato, 27 anni, di Sant’Onofrio, ritenuto uno degli autori dell’assalto armato avvenuto in pieno giorno il 26 maggio 2016 nel corso del quale i criminali hanno puntato una pistola contro un impiegato della banca mentre costui stava digitando il codice di accesso della porta della filiale in modo tale da permettere ad uno dei rapinatori di entrare insieme a lui nei locali della banca per poi costringerlo ad aprire nuovamente la porta e fare entrare altri complici armati e con il volto travisato. Giuseppe Lopreiato è stato condannato a pagare anche le spese legali in favore dell’istituto di Credito (seimila euro) che si è costituito parte civile. La pena complessiva per Giuseppe Lopreiato ammonta a 14 anni e 8 mesi di reclusione essendo stato condannato, oltre che per la rapina, anche per il reato di associazione mafiosa in quanto ritenuto alle dirette dipendenze di Domenico Bonavota. Lo scorso anno ci siamo occupati di lui per il suo matrimonio all’interno del Museo dei Marmi di Soriano Calabro, avvenuto il 14 aprile 2019, con cerimonia celebrata dall’allora sindaco Francesco Soriano ed autorizzazioni per molti inesistenti.
Cinquantamila euro è poi il risarcimento riconosciuto nei confronti di Vanya Lekova Danova che sarebbe stata pesantemente minacciata a Pizzo, insieme al compagno, con l’uso di una pistola per via della restituzione di undicimila euro. La somma di 50mila euro dovrà essergli corrisposta da Luca Belsito, 31 anni, di Pizzo Calabro, condannato complessivamente a 16 anni di reclusione (associazione mafiosa – quale componente dei clan Bonavota di Sant’Onofrio e Mazzotta di Pizzo -, detenzione illegale di proiettili ed estorsione).
Il collaboratore di giustizia Gaetano Cannatà, Giovanni D’Andrea, 35 anni, Pasquale D’Andrea, 32 anni, tutti di Vibo Valentia, sono stati invece condannati in solido fra loro, unitamente a tutti gli imputati per i quali è stata pronunciata condanna per il capo associativo, a risarcire la parte civile Sergio Baroni (vittima di usura) per la somma di 25mila euro.
I soli Gaetano Cannatà, Giovanni D’Andrea e Pasquale D’Andrea sono stati condannati a risarcire anche la costituita parte civile Fondazione nazionale Interesse Uomo onlus per la somma di cinquemila euro.
Domenico Macrì, 37 anni, e Michele Pugliese Carchedi, 37 anni, di Vibo (il primo condannato a 20 anni di reclusione, il secondo a 14 anni ed 8 mesi) sono stati condannati al risarcimento della costituita parte civile Cooper Poro per la somma di diecimila euro (più cinquemila euro di spese legali).
In solido fra loro sono stati poi condannati a risarcire la parte civile “Eurospin”, per la somma di 50mila euro, gli imputati di Vibo Rossana Morgese, 33 anni (condannata a 3 anni e 4 mesi) e Michele Manco, 33 anni (12 anni per lui la pena complessiva essendo stato ritenuto colpevole anche del reato di associazione mafiosa). La “Eurospin Sicilia” si era costituita parte civile per un’estorsione ai danni del supermercato di Vibo con l’assunzione di personale (Rossana Morgese e Michele Manco, fra gli altri) imposto dai clan.
Gianluigi Cavallaro, 35 anni, di Nicotera (per lui una pena a 5 anni, superiore alla stessa richiesta della Dda che era di 3 anni e 6 mesi) dovrà risarcire la parte civile Luigi Furci per la somma di 15mila euro. E’ stato riconosciuto colpevole di concorso in estorsione (aggravata dal metodo mafioso) insieme a Giovanni Rizzo, 48 anni, di Nicotera. I due, con violenza e minaccia, avrebbero costretto fra il novembre ed il dicembre del 2016 Luigi e Giuseppe Furci a cedere a Rizzo degli immobili siti in contrada Gagliardi di Nicotera Marina, dietro un corrispettivo notevolmente inferiore al valore del mercato quale ingiusto profitto dell’attività di usura contestata a Giovanni Rizzo ai danni di Luigi Furci. Rizzo e Cavallaro avrebbero inoltre aggredito Luigi Furci con dei bastoni di legno e metallo sino a farlo rovinare al suolo. Proprio per il reato di lesioni (violenti colpi in testa ed al volto), Gianluigi Cavallaro è stato condannato a risarcire la parte civile Luigi Furci.
Infine Pasquale Gallone, 61 anni, di Nicotera Marina (20 anni di reclusione per lui la pena complessiva quale braccio-destro di Luigi Mancuso) dovrà risarcire della somma di 30mila euro la costituita parte civile Antonio Lopez Y Royo, legale rappresentante della “Lo Schiavo Catering srl”, vittima di una tentata estorsione. Pasquale Gallone avrebbe cercato di farsi corrispondere da Antonio Lopez Y Royo somme di denaro annuali (un “fiore”, un “pensiero” “oppure ci favorite in qualche matrimonio”), e avrebbe costretto lo stesso Lopez Y Royo a rifornirsi di frutta, per la propria attività commerciale, da un imprenditore ritenuto “colluso con la cosca dei Mancuso”.
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