Gli organizzatori ringraziano i presenti: «Non ne possiamo più del silenzio». Quasi tutti però arrivavano dai centri vicini mentre il paese continua a non esporsi. Il sindaco Piccolo: «L’amministrazione ha fatto tanto, chi ci critica strumentalizza la vicenda»
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«Ringraziamo tutti per essere qui. Il silenzio è stato complice per moltissimo tempo e noi non ne possiamo più di silenzio». Le donne dell’associazione “E tu splendi” di Palmi chiudono la manifestazione senza alcuna polemica: ringraziano e invitano alla denuncia nel paese in cui due ragazzine sono state stuprate per anni da un branco, da aguzzini vicini a famiglie mafiose.
Alla manifestazione c’erano alcune decine di persone, quasi tutte donne: il paese non ha risposto come si sperava. E a Seminara non è la prima volta che l’indifferenza vince. Dopo gli stupri tanti hanno avuto paura di esporsi e sui social hanno minimizzato, addirittura sollevando dubbi sulle vittime. All’appuntamento fissato per domenica mattina, davanti alla chiesa del paese, c’erano associazioni di donne venute dai paesi vicini, la Cgil, il sindaco di Polistena, Rifondazione comunista. Dal palco improvvisato non c’è polemica, anzi si ringraziano i cittadini presenti «perché non era scontato».
L’idea di riunirsi davanti alla chiesa nel giorno delle Palme avrebbe potuto attirare i fedeli, ma quell'afflato non c’è stato. Molti sono usciti da una porta secondaria per non essere coinvolti, altri hanno attraversato il piazzale senza fermarsi.
«È un fatto di cultura che lambisce l’omertà», è la testimonianza anonima riportata dal Corriere della Sera.
C’era invece il sindaco del Comune, Giovanni Piccolo: indossava la fascia tricolore e ha ricordato che in questa vicenda l’Amministrazione comunale si è costituita parte civile nel processo che, nel primo troncone, ha inflitto pene pesanti (dai cinque ai 13 anni), a sei dei ragazzi coinvolti nello stupro di massa. Piccolo ha detto di essere stato «vicino» alla famiglia e ha ricordato l’omicidio della dottoressa Francesca Romeo di Seminara, uccisa in un agguato a Santa Cristina d’Aspromonte nel novembre 2023. Piccolo ha poi invitato a non strumentalizzare la vicenda: «Oggi sui social tutti giudicano cosa ha fatto l’amministrazione comunale, cosa ha fatto la parrocchia, ma nessuno parla di cosa possiamo fare per le vittime di violenza. Invece di pontificare da Roma vengano qui a dirci cosa possiamo fare per queste ragazze».
Il parroco don Domenico Caruso ha condannato nel suo breve intervento gli atti di violenza: «Spero che vengano puniti con severità. Sono qui a Seminara da sette anni e lavoriamo tutti i giorni per la formazione dei giovani». Alla manifestazione non hanno partecipato le famiglie delle due minorenni abusate. La mamma di una delle due ragazzine ha, comunque, ringraziato le associazioni che si battono per la «libertà delle donne».