«Stiamo mettendo le cose a posto. I numeri ci daranno ragione quando il quadro sarà completo e non parziale come adesso».
Il commissario regionale Massimo Scura, cerca di ricondurre nelle normali tempistiche contabili le indiscrezioni giunte da Roma su un aumento vertiginoso del deficit della sanità calabrese che è stato chiamato a ripianare. Un aumento del debito, che secondo quanto sarebbe emerso nel corso della riunione del tavolo ministeriale Adduce, che ha il compito specifico di monitorare la situazione nelle regioni in affanno sulla spesa sanitaria, rischierebbe di sforare il tetto di 100milioni di euro, oltre il quale ci sarebbero pesanti ripercussioni in termini di servizi erogati ai cittadini e blocco delle nuove assunzioni di medici. A guidare la classifica delle Aziende sanitarie che gravano maggiormente sulla spesa sanitaria calabrese, sempre secondo quanto trapela dal tavolo di coordinamento romano, sono quelle di Reggio e Cosenza.

 

Fallimentari le Asp di Reggio e Cosenza


«Entrambe - conferma Scura - hanno una gestione finanziaria completamente fallimentare. Ma anche il Pugliese-Ciaccio e l’azienda ospedaliera Mater Domini perdono alla grande, anzi alla grandissima».
A pesare sui bilanci è soprattutto il caos che si registra nel pagamento delle fatture: « Le Asp di Reggio e Cosenza hanno una gestione di questo settore completamente errata, che aumenta i costi di mora, gli interessi passivi e le spese per il contenzioso che ne deriva».

 

Eppure i manager incassano i "premi"


Un giudizio estremamente negativo, che contrasta però con i premi di risultato erogati ai vertici dirigenziali delle Asp, che hanno incassato aumenti di stipendio fino al 20 per cento, con retribuzioni annue comprese tra i 100mila e i 150mila euro. 
In ogni caso, Scura è certo che non verrà sforato il tetto dei 100 milioni di deficit: «Sono molto ottimista - dice -. Se adesso la situazione sembra peggiorata è soltanto perché mancano circa 35,5 milioni di euro in entrata su base annua, destinati alla mobilità passiva della Calabria (in altre parole, coloro che vanno a curarsi fuori, ndr). In pratica, abbiamo meno soldi da spendere e il deficit sembra crescere. Per eliminare la mobilità passiva, però, bisogna erogare nuovi servizi e migliorare quelli esistenti, altrimenti la gente continuerà ad andarsene».

 

Per bloccare la migrazione sanitaria non basta un "tappo"


Obiettivo che secondo Scura può già contare su risultati importanti: «La mobilità passiva non si può interrompere semplicemente mettendo un tappo, come qualcuno sembra suggerire in maniera superficiale - continua Scura -. Occorre prima cambiare le cose e poi registrare i risultati alla fine di un percorso, non durante. I primi decreti di assunzione che ho firmato sono del 2015 e i primi risultatati in merito al calo della mobilità passiva li stiamo registrando quest’anno, grazie anche all’attivazione di nuovi servizi e reparti. Ma in termini di bilancio i numeri di questi miglioramenti li conosceremo nel 2019».

 

Allarme su aumento deficit ingiustificato?


Per il commissario nominato dal Governo, dunque, l’allarme rimbalzato da Roma su un aumento del deficit sarebbe ingiustificato, generato sola da una lettura di dati contabili parziali, non in grado di fotografare i passi avanti fatti sino ad ora.
«Nemmeno i livelli essenziali di assistenza sono in peggioramento, come invece è stato detto - rimarca Scura -. Anche in questo caso si tratta di dati incompleti».

 

Oliverio? Parla da politico


Infine, in merito alla durissima presa di posizione del presidente della Regione Mario Oliverio, che rivendica per sé l’incarico di commissario della Sanità, fino a minacciare di incatenarsi dinnanzi a Palazzo Chigi qualora non dovessero arrivare segnali in questo senso, Scura non commenta: «Oliverio fa discorsi politici, io sono un tecnico. Se il presidente vorrà confrontarsi con me su questioni tecniche avrà sempre la mia attenzione, il resto non mi interessa».

Enrico De Girolamo