Il mondo della scuola è sul piede di guerra. E sembra non aver sortito un effetto concilatorio neppure la parziale marcia indietro espressa questa mattina dal presidente ff della Regione Calabria, Nino Spirlì, sulla necessità di discutere la proposta di chiusura delle scuole per quindici giorni ai fini della somministrazione dei vaccini al personale scolatico e ata. 

La dichiarazione di guerra

In un nota trasmessa al prefetto di Catanzaro, Maria Teresa Cucinotta, i sindacati dichiarano guerra e avviano lo stato di agitazione di tutto il personale della scuola: «Le organizzazioni sindacali Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals Confsal e Gild proclamano lo stato di agitazione di tutto il personale della scuola in servizio presso gli istituti scolastici della Calabria». È quanto si legge nella nota inviata anche al presidente ff, Nino Spirlì, e al direttore dell'Ufficio Scolastico regionale, Maria Calvosa a firma di tutte le sigle sindacali.

Spirlì sulla graticola

Sul banco degli imputati finiscono il facente funzioni della Regione Calabria assieme alle sue ordinanze e alle dichiarazioni che, per i sindacati hanno generato un'«inaccettabile situazione di forte caos e disorientamento sull’intera comunità educante a seguito delle continue dichiarazioni, fatte del presidente ff Nino Spirlì, relative alle modalità di attuazione del piano vaccinale per i docenti e il personale ata senza, ad oggi, riferimenti normativi ed indicazioni precise». 

Contro la chiusura

Si contesta, inoltre, la famosa ordinanza del 30 gennaio «per gli effetti prodotti sulla scuola secondaria di secondo grado in seguito alla possibilità di fare scegliere alle famiglie la modalità di didattica, in presenza o a distanza, per il 50%». E, infine, «per la volontà, più volte manifestata dal presidente ff Nino Spirlì, attraverso dichiarazioni pubbliche e dirette video trasmesse sui social network, di chiudere le scuole (sospensione dell’attività didattica in presenza) per un periodo non inferiore a giorni 15 al fine di consentire la somministrazione del vaccino ai lavoratori della scuola che ne facciano richiesta».

Procedura di raffreddamento

La querelle finisce quindi sul tavolo del prefetto di Catanzaro che dovrà avviare la procedura di raffredamento per evitare uno sciopero generale dell'intero comparto scuola in Calabria.