Dopo la bocciatura dell'ordinanza del sindaco del capoluogo Abramo che aveva disposto la chiusura degli istituti fino al 6 aprile per contenere i contagi, come da suggerimento dell'Asp, scoppia la rabbia dei genitori: «Non permetteremo a nessuno di giocare sulla pelle dei nostri figli»
Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
Non c’è pace per le scuole catanzaresi. Dopo l’ultima ordinanza del sindaco della città Sergio Abramo che aveva disposto la chiusura da lunedì 22 marzo, fino a giorno 31, “motivata dalla volontà di tutelare il bene primario della salute di studenti, familiari e corpo docente”, questa mattina l’ennesimo atto della vicenda che ha alimentato la polemica: il Tar dalle Calabria ha bocciato il provvedimento riaprendo quindi gli istituti scolastici.
La reazione delle famiglie
Immediata la reazione di quei genitori che, a differenza di coloro che hanno presentato ricorso, sono invece favorevoli alla didattica a distanza per contenere i contagi da Covid-19 tra i più giovani. «Come possiamo mandare i nostri figli domani a scuola se anche l’Asp di Catanzaro, con una nota inviata ai sindaci del distretto, ha proposto la chiusura di tutti gli istituti scolastici dal 23 marzo al 6 aprile in considerazione dell'aumento dei casi di positività al Covid-19 all'interno delle varie scuole? Prima aprono, poi chiudono. È diventata una barzelletta» per Rosa Passarelli. «Io sono del parere che le scuole devono chiudere, ci sono troppi contagi – aggiunge mamma Adele Rubino -. Così facendo si mette a rischio la salute dei nostri figli. Non è giusto che il Tar abbia bocciato anche la decisione autorevole del sindaco, presa dietro suggerimento dell’Asp. Si dovrebbero solo vergognare».
Genitori divisi
Per Concetta Garcea, mamma di una bimba che frequenta la quarta elementare, e che più volte si è esposta per manifestare il suo disappunto «Non se ne può più. Stiamo diventando lo zimbello di tutti. Sembra sia diventato un caso politico. In altri comuni nessun genitore si permette di fare ricorso al Tar, questa pagliacciata si vede solo a Catanzaro, oltretutto a cinque giorni dalle vacanze pasquali.
Se l’Asp ha evidenziato che la situazione sta sfuggendo di mano mi chiedo su quali basi il Tar accoglie il ricorso di un gruppo di mamme incoscienti. Che li mandassero solo loro i figli a scuola. Siamo veramente stanchi. Non si tratta di un singolo bambino ma di interi nuclei familiari che rischiano di dover stare in quarantena per alcuni genitori superficiali e irresponsabili. Prima hanno cercato di mettere sul ridicolo il presidente facente funzioni della Regione Calabria, Nino Spirlì e adesso è la volta del sindaco Sergio Abramo. Noi vogliamo solo tutelare i nostri figli, la dad funziona e non credo che gli insegnanti si stiano divertendo, anzi per loro l’impegno è maggiore. E in questo modo non viene nemmeno apprezzato il loro lavoro».
L'appello al sindaco Abramo
Allo sfogo di mamma Concetta fa eco quello di Patrizia Raione, con una figlia di 9 anni: «Non riesco più a capire niente di tutta questa situazione. Sono arrvata al punto di credere che il sindaco Abramo, il presidente Spirlì e l’Asp non hanno nessun potere mentre ce l’hanno alcune mamme che si sono impuntate nel voler mandare i figli a scuola. Si sta giocando sulla vita dei nostri figli. Lo sappiamo tutti che i contagi tra bambini e ragazzi sono in continuo incremento e nelle scuole di Catanzaro e provincia i casi tra alunni e maestre sono stati diversi.
Se le scuole fossero state chiuse questo non sarebbe successo. Io non accetto il fatto che la salute di mia figlia sia oggetto di una guerra politica ne tantomeno decisa da genitori che a mio parere sono incoscienti. Noi siamo per la chiusura delle scuole – conclude Patrizia, a nome di tutti i genitori dei bambini che frequentano la classe della figlia – e chiediamo al sindaco di non lavarsi le mani ma di alzarsi dalla poltrona e fare la cosa giusta, soprattutto alla luce della comunicazione dell’Asp. Così non si può andare avanti».
«Rischio elevato»
Pamela e Rosina Valleriani, mamme di tre bambini aggiungono «non ci stiamo capendo più niente. Nonostante i casi in aumento come si possono riaprire le scuole?» E tra le mamme non favorevoli alla riapertura anche Morena Lagonia per la quale «si deve fare qualcosa. Non capisco perché per poche mamme che hanno fatto ricorso al Tar bisogna riaprire gli istituti scolastici. Non possiamo mandare i nostri figli a scuola con la paura che da un giorno all’altro la classe o la scuola rischia di essere chiusa per contagio.
Stanno giocando con la salute dei nostri figli. Io combatterò fino alla fine per poter vincere questa battaglia». Infine secondo mamma Rita Zino «non è questo il momento di tornare in presenza. Il pericolo è molto alto e non permetto a nessuno di giocare sulla pelle dei nostri ragazzi».