A dieci giorni dal suono della campanella oggi Careri non ha le sue scuole per l'infanzia ed elementare. Le ragioni di questa grave carenza, avvertita dalla popolazione come una ingiustizia, trova fondamento nei ritardi negli interventi per la possibile soluzione, dovuti a rimpalli di responsabilità tra istituzioni. Uno stop che sta penalizzando ben 35 bambini.

Per rivendicare il diritto all'istruzione è nato un comitato di genitori, che dal 17 settembre sta attuando una protesta pacifica, pretendendo il diritto alla riapertura delle scuole primaria e dell’infanzia del piccolo centro aspromontano. «Noi non ci fermeremo – affermano i genitori – L’intero paese di Careri autotassandosi è disposto a percorrere ogni via legale per tutelare i diritti dei nostri bambini». Al momento, in via provvisoria, solo i bambini della scuola primaria sono stati sistemati in una struttura nella frazione di Natile.

Nei giorni scorsi il caso è finito anche sul tavolo del Prefetto di Reggio Calabria Michele Di Bari. Ma la protesta continua. Intanto a sposare la causa dei genitori anche lo scrittore Gioacchino Criaco. «I bambini non vanno messi sulle macchine o sugli scuolabus. Vanno riportati dentro le loro scuole. E da Roccaforte a Careri ce le dobbiamo riaprire da soli. Non è una banale questione di qualche scuola che chiude, non è una piccola e locale questione burocratica. Stanno chiudendo lentamente il nostro mondo».