Respinto il ricorso depositato dagli avvocati della Regione contro la sentenza del Tar aveva decretato la riapertura degli istituti
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Le scuole elementari e le scuole medie, in Calabria, devono rimanere aperte. Dopo il Tar della Calabria, lo ha ribadito anche il Consiglio di Stato. In sede giurisdizionale, la sezione terza dell'organo di appello, ha bocciato l'ordinanza emanata lo scorso 5 gennaio scorso da Nino Spirlì, respingendo il ricorso depositato dall'avvocato Paolo Falduto per conto della Regione. Gli interessi delle famiglie che si erano rivolte alla giustizia amministrativa sono stati rappresentati dai legali Paolo Perrone, Giuseppe Pitaro, Gaetano Liperoti.
Nessuna documentazione a supporto
Il magistrato estensore del dispositivo è anche entrato brevemente nel merito della decisione: tenuto conto della rilevanza del diritto all'istruzione e della importanza dell’apprendimento in un contesto di socialità, il giudice ha ritenuto che la sospensione della didattica in classe, misura più restrittiva rispetto a quanto stabilito dal Governo nazionale, avrebbe dovuto essere motivata con dati scientifici evidenzianti il collegamento tra focolai attivi sul territorio e impatto dell’attività scolastica in presenza.
Basta il diligente impegno amministrativo
L'ordinanza di Spirlì invece, dispone la chiusura generalizzata, senza alcuna indicazione di zone interessate da incremento di contagi «né, peraltro - si legge nel Decreto del Consiglio di Stato - le problematiche relative al trasporto, risolvibili con diligente ed efficace impegno amministrativo nei servizi interessati, possono giustificare la compressione grave di diritti costituzionalmente tutelati degli studenti interessati».
Ricorso al buio
In sostanza la Regione sia nel provvedimento oggetto di censura da parte del Tar, sia nel ricorso presentato in secondo grado, non ha prodotto alcun documento utile a dimostrare in Calabria un rischio di contagi da Covid-19 rispetto al resto del Paese, dove si frequenta in presenza anche in zona rossa, tale da giustificare la chiusura di tutte le scuole. E se il problema è il trasporto, inteso anche come maggiore movimentazione di persone, la soluzione non è lasciare gli alunni a casa ma metterli in condizioni di recarsi in classe in piena sicurezza.