Il piccolo super intelligente e affetto da iperattività ha trascorso in solitudine le ore di lezione a causa della “protesta” organizzata dai genitori degli altri alunni. Il dirigente scolastico avvia una verifica interna
Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
L’ingresso in aula per Francesco, il nome è di fantasia, deve essere stato traumatico: ad attenderlo questa mattina, 22 novembre, neppure un compagno di classe. Otto anni, il fiocco rosso al collo, il piccolo dopo un attimo di smarrimento, non si è perso d’animo: si è seduto al banco ed ha trascorso in solitudine il passare delle ore nella sua nuova scuola. Gli altri bambini invece, sono rimasti a casa.
Assenza di massa
L’assenza di massa sarebbe stata decisa dai genitori, per manifestare con un atto tangibile la loro contrarietà all’inserimento del nuovo alunno. Teatro dell’episodio una scuola della provincia di Cosenza. Francesco, terza elementare, manifesta un disagio e la madre decide di collocarlo in un’altra sezione. Ma qualcuno all’interno dell’istituto, non avrebbe digerito il trasferimento. Ed ha risposto organizzando questa sorta di ammutinamento. I contorni della vicenda sono ancora tutti da chiarire, ma l’episodio è di una gravità inaudita e priva di qualsivoglia giustificazione. Il dirigente scolastico non ha avuto remore nel rilascio del nulla osta al cambio di classe, segnale della presenza di validi motivi alla base della richiesta di spostamento. E adesso, alla luce dell’accaduto, ha già annunciato l’avvio di una procedura interna per la verifica di eventuali coinvolgimenti del personale docente in questa brutta storia, non escludendo l’applicazione di provvedimenti disciplinari. Ma intanto oggi Francesco è rimasto solo per tutto il giorno. Una mattinata da incubo, una spiacevole esperienza che non sarà semplice da rimuovere.
L'iperattività scambiata per disabilità
«Una situazione umanamente offensiva anche per la classe docente, svilita e vinta da condotte che saranno altresì denunciate alle autorità competenti – scrive la madre di Francesco in una lettera aperta indirizzata alla nostra redazione - Mio figlio ha un quoziente intellettivo rilevato dai test dell’apprendimento e cognitivi superiore al 75 percento della media per bambini della sua età. Gli è stata diagnosticata una iperattività: in altri termini il suo cervello corre velocissimo, le gambe di riflesso altrettanto. È un bambino bilingue: parla inglese come prima lingua, italiano come seconda. Svolge conti a mente con velocità impressionante. Ha l’orecchio assoluto, suona tutti gli strumenti senza conoscere la musica. Eppure nella sua precedente classe è stato bollato come il ritardato».
Adulti coalizzati contro un bambino di otto anni
«Ha frequentato la prima e la seconda conseguendo ottimi risultati di profitto e didattici, subendo però sempre il leit motiv di questa iperattività che avrebbe rappresentato disturbo per la classe intera - ha aggiunto ancora la mamma del piccolo - Lo scorso sabato, dopo numerosi e ripetuti tentativi di approccio positivo al contesto classe di appartenenza, e dopo aver tentato di spiegare a più riprese alla classe docente tutta che la commissione Inps non ha mai potuto rilasciare una certificazione di invalidità poiché non ne ha i requisiti, in seguito alla pressante e ripetuta richiesta da parte degli insegnanti di affiancare al piccolo un educatore specializzato nel sostegno, ho deciso di spostarlo in un’altra sezione. Nello spirito dell’inclusione oggi Francesco è rimasto solo nella sua nuova classe rimasta vuota: vi è rimasto con coraggio per tutta la mattina nella consapevolezza, da parte mia, che si tratta di un comportamento messo in atto obbligarlo ad andare via. Registro che un gruppo di adulti si è coalizzato contro un bambino di otto anni. Registro pusillanimità, pochezza e cattiveria e comunico a quanti ancora non lo sapessero che la scuola è un diritto, e lo è anche la serenità. Sappiano queste persone che mio figlio frequenterà ogni giorno la scuola che abbiamo scelto, anche a costo di imparare a nostre spese che, contro l’ignoranza, purtroppo nessuno può vincere».