FOTO | I genitori sono intenzionati a protestare ad oltranza fino a quando non riceveranno risposte certe dal Provveditorato di Cosenza. Questa mattina la manifestazione
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«Il diritto alla scuola è fondamentale ancora di più in una piccola realtà e diventa sguardo verso il futuro per le giovani famiglie e per i ragazzi. Non potrà esserci vita per un paese dell'entroterra, distante dai centri costieri, se viene a mancare l'istruzione pubblica come presenza dello Stato e crescita culturale e civile». Con queste motivazioni stamattina la comunità aietana è scesa in piazza a manifestare al fianco di numerosi genitori contro l'accorpamento massiccio delle classi elementari. Quest'anno lo svolgimento delle lezioni, infatti, è previsto in un'unica aula per gli alunni della prima, della seconda, della terza e della quinta. I genitori fanno sapere che protesteranno ad oltranza, fino a quando non riceveranno risposte concrete dal Provveditore di Cosenza, il quale, in un incontro dei giorni scorsi con una delegazione del comitato genitori, aveva assicurato verbalmente l'invio di almeno un altro insegnante, così da sdoppiare le classi e comporne due. Così non è stato e da tre giorni i bimbi non entrano a scuola perché i cancelli all'entrata sono stati simbolicamente sigillati dai manifestanti con dei pezzi di ferro.
La manifestazione popolare
Dal momento che in queste ore nessuno è intervenuto sulla questione, la comunità di Aieta, composta da poco più di 800 anime, è scesa in piazza per manifestare al fianco dei concittadini che chiedono il diritto all'istruzione per i propri figli, senza sconti né compromessi. Il corteo, partito da piazza Monsignor Lomonaco intorno alle 9:30, si dirigerà verso il plesso scolastico, per poi fare ritorno all'agorà intorno alle 11:30.
L'evento, fanno sapere gli organizzatori, vuole essere prima di tutto «l'inizio di un percorso di sensibilizzazione e aggregazione tra tutte le piccole realtà italiane che vivono lo stesso disagio, con l'obiettivo di arrivare a una svolta nelle politiche scolastiche».