Tra poco più di un mese le scuole in Calabria dovrebbero riaprire. Data ufficiale il 24 settembre, dieci giorni dopo rispetto alle altre regioni italiane per potere recuperare quei gravi deficit strutturali che rendono ancora più affannoso nella punta dello Stivale garantire il distanziamento e le altre norme anti Covid.

 

Le riunioni del Comitato tecnico scientifico si susseguono, ma ancora nulla è stato definitivamente stabilito, anche perché ogni scuola dovrà fare i conti con i fondi a disposizione, con le metrature delle aule e tanto altro.

 

Diverse le soluzioni prospettate, ma per poterle mettere in pratica mancano elementi fondamentali.

Riapertura certa

Lo sa bene Teresa Bevilacqua, dirigente a Lamezia Terme dell’Istituto comprensivo Perri-Pitagora: «Cercheremo di fare tutto il possibile nelle condizioni in cui ci metteranno il ministero e le amministrazioni locali. L’unica cosa certa è che dobbiamo riaprire per i doveri di formazione che abbiamo e perché la scuola ha un dovere sociale per permettere alle famiglie di andare a lavorare».


Se le aule non dovessero garantire il metro di distanza tra un banco e l’altro si potrebbe pensare ad uno sdoppiamento della classe, ci spiega la dirigente, che necessiterebbe però di altre aule e di altri insegnanti. Roba di non poco conto nella cui mancanza potrebbero essere presi in considerazione i doppi turni.

 

Serve poi, aggiunge Bevilacqua, ancora maggiore personale Ata per gestire ingressi e uscite differenziate.

Possibile uso della mascherina

Al momento si sta pensando solo a banchi individuali e, qualora rimanessero pochi alunni senza possibilità di distanziamento, questi potrebbero dovere portare la mascherina.

 

Ci sono poi i famosi banchi e le famose sedie con le rotelle per i quali si è appena conclusa la gara e che dovrebbero arrivare nelle scuole ad ottobre insieme, ha annunciato il commissario per l’emergenza scolastica Domenico Arcuri, a due milioni di test sierologici "volontari e gratuiti" per insegnanti e personale non docente e undici milioni di mascherine chirurgiche ogni giorno e almeno 50.000 litri di gel igienizzante.