VIDEO | Una seconda e una quarta elementare dovranno fare lezione insieme. Comune e genitori pronti a fare ricorso al Tar: «Non è solo una questione di numeri ma anche di didattica»
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Mancano pochi giorni alla riapertura della scuole in Calabria e, mentre ci si affanna a recuperare spazi adeguati per garantire il distanziamento sociale, in una scuola elementare del catanzarese, a Cortale, accade che si torni alle pluriclassi. Una seconda e una quarta elementare dovranno fare lezione insieme e dividersi un’insegnante.
Le pluriclassi
La decisione era stata presa a gennaio, prima che scoppiasse l’epidemia da Covid e quando i numeri delle due classi erano in linea con il dpr 81 del 2009 che consente la pluriclasse fino ad un massimo di 18 alunni. Ma da allora le cose sono cambiate: il Covid è una zavorra importante nella riorganizzazione delle scuole in ottica anti contagio e sono aumentati gli iscritti.
Pronti a ricorrere al Tar
Cortale e il suo comprensorio accolgono diversi rifugiati politici e questi hanno fatto aumentare anche il numero della pluriclasse che passa da 18 a 19 alunni. Una violazione del dpr, quindi, ma Comune e genitori che più volte si sono rivolti all’Ufficio scolastico Provinciale e che sono pronti al ricorso al Tar, sono preoccupati anche per altre motivazioni.
La questione didattica
«Al di là dei numeri c’è una questione didattica ed educativa alla base», ci spiega il vicesindaco Lina Leuci. Le classi accorpate non sono vicine, una seconda e una quarta, ed entrambe soffrono per i mesi della didattica a distanza alle spalle, di cui, tra l’altro, non tutti hanno potuto usufruire. C’è poi il problema dei piccoli stranieri che avranno sicuramente bisogno di maggiori attenzioni a causa della scarsa conoscenza della lingua.
Scuola a rischio chiusura?
A fine giugno il consiglio comunale aveva deliberato contro l’accorpamento chiedendo venissero ripristinate le classiche cinque classi, ma senza alcun riscontro. C’è poi un’ulteriore preoccupazione, quella che l’accorpamento sia uno degli atti propedeutici alla chiusura della scuola stessa, presidio fondamentale per la vita del piccolo centro, due mila anime circa, e attorno al quale si genera e mantiene un discreto tessuto economico.