Presidi già in carica, e altri entreranno in ruolo l’1 settembre, riuniti per un corso che diventa occasione per fare il punto sui ritardi della scuola rispetto al contenimento del contagio covid. A Gioia Tauro, nell’istituto che per ironia della sorte prima dell’emergenza coronavirus fu teatro trionfale per un visita del premier Conte – che scelse l’istituto Severi per annunciare una pioggia di milioni con il “Piano per il sud – vanno in scena ora preoccupazioni e incertezze, speranze e prese di posizioni improntate ad un cauto ottimismo.

«Ci vuole collaborazione, ma ce la faremo» ritiene Giuseppe Gelardi, padrone di casa e presidente regionale dell’Anp, l’associazione dei presidi. «La mia scuola – ribatte la dirigente del Donegani di Crotone – ha tante problematicità vecchie e nuove. Novecento alunni per appena 45 aule ci costringeranno ad un’offerta integrata, alternando lezioni in presenza e da casa».

Il tema del deficit di spazi è una delle emergenze calabresi, visto che secondo l'Usr mancherebbero aule per 14.000 alunni. «Le aule in più che servono – osserva Gelardi – non possono essere trovate in un batter di ciglia. L’emergenza su questo non nasce oggi e non è un problema solo calabrese».

Tutta la buona volontà possibile, ma il distanziamento non basta visto che i tanto annunciati banchi speciali «arriveranno a macchia di leopardo – ritiene Gelardi – non prima di metà ottobre». Quando cioè la scuola sarà cominciata da un pezzo, ovvero con un ritardo che preoccupa Francesco Sacco, preside del Mazzini di Locri, anche «per quanto riguarda i trasporti, perché le ditte devono assicurare orari flessibili che combacino con le modifiche che noi saremo costretti a fare per garantire un accesso il più sicuro possibile». L’argomento del giorno, ovvero le difficoltà dei docenti a sottoporsi ai test sierologici su base volontaria, per Gelardi «è cogente e veramente ci sta preoccupando, perché mi risulta che agli insegnanti viene risposto che i medici di famiglia in questo momento non hanno né kit, messi a disposizione dalle Asp, né informazioni precise».

E proprio chiarezza alla ministra Azzolina chiede una sua giovane collega preside fresca di nomina. Da Bova Marina a giorni si trasferirà in un paese della cintura milanese, dopo aver vinto il concorso. «Ho informazioni sulla realtà in cui vado a lavorare – confessa – ma spero che quella scuola abbia già una base da cui partire, visto che il mio incarico comincia con l’inizio di settembre. Al ministro, se potessi, chiederei di essere più chiara nei messaggi che trasmette a noi dirigenti».