Scaldano i motori gli avvocati calabresi che in queste ore stanno raccogliendo adesioni online per presentare lunedì stesso ricorso al Tar a tempo di record. La storia, dunque, si ripete. Dopo l’ordinanza del presidente ff. Nino Spirlì, la battaglia legale per riaprire quello che la Regione ha chiuso, riparte in modo più deciso che mai.

C'è chi dice no

Il fronte delle “scuole aperte” non molla e risponde, anche stavolta, colpo su colpo giocando sulla rapidità per annullare, il prima possibile, l'ordine di sospensione delle lezioni in presenza e riportare piccoli e adolescenti dietro ai banchi. Spirlì sono settimane che prepara il terreno per un ritorno generale alla Dad per gli studenti delle scuole di ogni ordine e grado (compresi gli asili esclusi in prima battuta per colpa di un refuso) che, da lunedì e per due settimane, dovranno lasciare gli zaini a casa e riprendere la consuetudine delle lezioni online.

Nel Cosentino sono già quattro gli avvocati che in queste ore convulse, confidano nella linea tracciata dal Tar che, nei mesi scorsi, aveva demolito, inesorabilmente, ogni tentativo di serrare le porte degli istituti.

Genitori spaccati tra favorevoli e contrari alla Dad

Ma i genitori sono spaccati e il dibattito ha ripreso a infuocare chat e social network. Da un lato c’è chi considera questa chiusura necessaria alla luce dei contagi da variante inglese che hanno portato a una impennata di casi soprattutto tra giovani e minori, dall’altra parte della barricata ci sono madri e padri disperati al pensiero di dover rinunciare ad andare al lavoro per seguire i più piccoli a casa.

Già lunedì il Tar sarà ingolfato di ricorsi ma Spirlì conta sul parere del suo comitato tecnico che ha raccolto i dati epidemiologici in tutta la regione per blindare la sua ordinanza, retta dall'intento di procedere più agilmente alla vaccinazione degli insegnanti, da ogni aggressione legale. 

Anche lo stesso commissario ad acta, Guido Longo, al termine di una riunione in Cittadella, aveva dichiarato come la chiusura fosse inevitabile. La parola, adesso, passa ai giudici.