Sono 268mila gli studenti che domani 20 settembre inizieranno l’anno scolastico sperando di non dover ritornare a seguire le lezioni da un computer. Purtroppo, i segnali che vengono dal resto d’Italia non sono incoraggianti
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Ci siamo. Domani, lunedì 20 settembre 2021, gli studenti calabresi tornano in classe. Nella speranza di restarci, ma le incognite sono tante. Calabria e Puglia sono le ultime due regioni italiane che faranno suonare la prima campanella, per un totale di circa 830mila studenti, di cui 268mila nella nostra regione. Complessivamente, sono quasi 15mila le classi calabresi che domani si ritroveranno in presenza, dopo che la didattica a distanza ha dominato il vecchio anno scolastico.
Purtroppo, i segnali che vengono dal resto d’Italia non sono incoraggianti. In appena una settimana, da quando cioè le regioni, una dopo l’altra, hanno avviato le lezioni, da Nord a Sud si contano già centinaia di classi in quarantena. Una situazione che secondo gli esperti è destinata a veder crescere progressivamente i numeri degli studenti in Dad.
Intanto, domani mattina il presidente della Repubblica Sergio Mattarella sarà a Pizzo per l'apertura dell'anno scolastico in Calabria. Il capo dello Stato ha scelto la località turistica del Vibonese per inaugurare l'anno scolastico. Un evento atteso con grande entusiasmo e gioia dalla comunità scolastica e non solo. Il presidente della Repubblica giungerà lunedì pomeriggio all'aeroporto di Lamezia Terme. Alle 16 circa varcherà i cancelli dell'Istituto Nautico che per l'occasione è stato rimesso a nuovo.
Scuola, Covid e quarantena
L’aumento dei contagi alla riapertura delle scuole era ovviamente previsto, anche in considerazione del fatto che gli under 12 non possono per ora vaccinarsi. Il protocollo prevede che quando si verifica un caso di positività tra alunni e studenti vada in quarantena tutta la classe. Ma a differenza con quanto accaduto lo scorso anno scolastico, le maglie sono state leggermente allargate. La quarantena di 10 giorni resta per i non vaccinati, mentre chi è stato immunizzato dovrà restare a casa 7 giorni.
Resta poi l'isolamento a 14 giorni per chi non vuole sottoporsi al tampone e non ha sintomi da 7 giorni. La possibilità di ridurre i giorni di isolamento da 10 a 7 è una strada che punta a ridurre la quarantena per la classe e quindi, di conseguenza, le lezioni in didattica a distanza.
Scuola e Covid: i presidi
«I contagi nelle classi erano ampiamente prevedibili - ha spiegato Antonello Giannelli, presidente dell'Associazione nazionale presidi - bisogna pensare che in Italia ci sono 400 mila classi, circa. La metà sono di under 12 e quindi non possono vaccinarsi ancora e l'altra metà, invece, è per gran parte vaccinata. È chiaro che più gente si vaccina e meno ragazzi in quarantena avremo».
A meno che l'Asl «non effettui un tracciamento e decida di mettere in isolamento solo i ragazzi che hanno avuto contatti più stretti con lo studente positivo al Covid, lo scenario è destinato a essere lo stesso dello scorso anno con intere classi in quarantena», spiega. Dal punto di vista della didattica «è auspicabile che vengano messi in quarantena meno alunni possibile per il minor tempo possibile».
Inoltre, «attualmente, ci sono pochi bidelli per le operazioni di controllo degli accessi e di gestione dei corridoi. Bisogna fare in modo che l'organico delle segreterie sia rapidamente portato al 100%».
Per ora infatti solo gli over12 possono accedere al vaccino, per i più piccoli, come detto, si resta in attesa dell'autorizzazione internazionale. Quindi i casi di positivi in classe ci sono e ci saranno, soprattutto a causa della variante Delta che già nei mesi estivi ha dimostrato di saper contagiare anche i più giovani.
Scuole e Covid, dubbi e incertezze
Che il nuovo anno scolastico sia costellato di dubbi, incertezze e paure lo dimostrano le dichiarazioni di presidi e insegnanti che nelle ultime settimane si sono espressi sulle nuove direttive impartite dal ministero: «È peggio dell'anno scorso» - ha dichiarato per esempio Antonio Iaconianni, dirigente del Liceo Classico Telesio, sintetizza in poche parole la sua preoccupazione. «Prima eravamo tutelati dall’obbligo del distanziamento, da lunedì, invece, tutti in aula e “laddove possibile” si attuerà il distanziamento. Ecco, quel “laddove” è un dettaglio non di poco conto. Tenere trenta ragazzi in spazi ristretti per tante ore, lo ritengo molto pericoloso, ma purtroppo queste sono le direttive».
Oltre la paura per le nuove direttive, ci sono scuole che in Calabria hanno già posticipato di una settimana la riapertura per piccoli focolai in città e quelle, come alcune di Catanzaro, che hanno già previsto l’uso a giro della Dad per la mancanza di spazi che possano accogliere gli alunni in modo adeguato. O scuole che, per far garantire agli studenti spazi idonei e distanziamento, hanno convertito i laboratori in aule.
Non manca, però, chi si dimostra ottimista in Calabria e ha deciso anticipare l’inizio dell’anno scolastico con qualche giorno di anticipo. È il caso dell’Istituto tecnico professionale Pertini Santoni di Crotone, dove la prima campanella è suonata già il 16 settembre scorso. Una decisione resa possibile grazie all’autonomia scolastica e assunta perché sussistevano le condizioni: un organico per la prima volta quasi al completo e un protocollo di sicurezza pronto ed efficiente, messo a punto da personale qualificato, ci spiega la dirigente scolastica Ida Sisca. Ma determinanti sarebbero stati soprattutto gli studenti, che chiedevano in continuazione e con entusiasmo informazioni sul rientro: «C’era la necessità di questa apertura anche a dimostrazione che gli alunni sono importanti nella scuola» sottolinea ancora.