La famiglia del centauro morto a Guardia Piemontese il 12 agosto scorso lancia un appello per ritrovare la Go Pro con cui il 25enne raccontava sui social il suo viaggio in Calabria
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«Che fine ha fatto la telecamera che aveva su casco? E la “seconda” macchina?» Chiedono con forza delle risposte i nonni di Manuel Cesta, il 25enne deceduto in seguito a un tragico incidente stradale in moto la mattina del 12 agosto scorso nel territorio comunale di Guardia Piemontese. A ricostruire la vicenda un comunicato dei i legali dello Studio 3A, a cui si sono rivolti i familiari di Manuel per fare chiarezza sulle zone d’ombra dell’accaduto.
La vicenda del ragazzo ha scosso profondamente sia la comunità novarese sia quella cosentina. Manuel era partito il 9 agosto da Novara per raggiungere la Calabria e trascorrere un periodo di vacanza da parenti: un viaggio lungo tutto lo “Stivale” con la sua Kawasaki Versys 1000 che raccontava sulla sua pagina Facebook, anche attraverso dei video “on the road” registrati da una telecamera installata sul casco.
«Giunto ormai al traguardo, però – spiega il comunicato -, il dramma: il terribile scontro frontale con la Renault Clio che sopraggiungeva nel senso opposto condotta da I. S., una appena diciottenne di Fagnano Castello, sulla strada che collega Guardia Piemontese e, appunto, Fagnano Castello. Dopo decine di minuti di lunga e interminabile attesa, il giovane, gravemente ferito, è stato elitrasportato presso l’ospedale civile di Cosenza, dove però poco dopo il suo cuore ha cessato di battere».
Come da prassi, la Procura di Paola, per il tramite del Pubblico Ministero, dott.ssa Rossana Esposito, ha aperto un procedimento penale per il reato di omicidio stradale iscrivendo, come atto dovuto, nel registro degli indagati la giovanissima conducente della vettura. Il Sostituto procuratore ha convalidato il sequestro dei mezzi, a cui avevano subito proceduto i carabinieri della compagnia di Paola, e ha altresì disposto per il 14 agosto accertamenti medico legali sulla salma.
I legali evidenziano come i nonni del ragazzo «distrutti dal dolore per la perdita di un nipote che viveva con loro e che amavano più di un figlio, vogliano capire se, come sarebbe emerso da alcune testimonianze, abbia in qualche modo concausato il sinistro anche una seconda auto rimasta però estranea alle indagini, un Suv Opel, che potrebbe aver determinato una turbativa per il motociclista. Ma, soprattutto, i nonni chiedono di sapere dove sia finita la telecamera che il nipote aveva sul casco e che, se attivata, potrebbe sciogliere tutti i dubbi sulla dinamica dell’incidente: non è mai stata rinvenuta e quindi restituita loro. Di qui anche l’appello ad eventuali testimoni a riferire le informazioni ai carabinieri che hanno effettuato i rilievi o a Studio 3A, al numero verde 800090210».