Il 15enne era andato in barca con un amico per una battuta di pesca, ma non tornò mai indietro. Il giudice per le indagini ha fissato una nuova udienza per il prossimo 17 settembre
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Era il marzo scorso quando la nostra emittente incontrò Anna Maria Iorio e Mario Sebillo, rispettivamente madre e padre di Luigi Sebillo, il giovane scomparso nelle acque di Praia a Mare nel lontano 2003. Diciott'anni dopo avevano ripercorso passo passo la vicenda, che secondo loro è stata segnata da indagini lacunose, rivelando poi la riapertura del caso. Successivamente, il 14 giugno, il pm aveva chiesto l'archiviazione del caso, ma la richiesta è stata respinta. Il gip del tribunale di Paola, Rosamaria Mesiti, ha fissato la prossima udienza per il prossimo 17 settembre, accogliendo in parte le tesi del difensore della famiglia Iorio-Sebillo, l'avvocato Francesco Liserre, che vuole fare luce sui molti punti oscuri della vicenda.
La drammatica vicenda
Luigi Sebillo, all'epoca 15enne e studente liceale, sparì in mare durante una battuta di pesca la mattina del 23 febbraio 2003, e non fu mai ritrovato, né vivo né morto. L'amico che era con lui spiegò agli inquirenti di averlo perso di vista mentre cercava di ritornare a riva a nuoto, dopo che i due, a causa di un'improvvisa tempesta di vento, furono costretti a lasciare la piccola barca su cui avevano deciso di trascorrere la domenica. L'amico, come risulta dagli atti, dopo molti minuti riuscì a tornare a riva sano e salvo, Luigi invece sparì tra le onde senza lasciare tracce, a parte alcuni indumenti rinvenuti in mare nei pressi dell'isola Dino, che però non sono serviti ad arrivare a lui.
Per la mamma è ancora vivo
Il ragionamento di mamma Anna Maria è questo: se il cadavere del figlio non è mai stato ritrovato, nonostante le ricerche serrate, vuol dire che non c'è, significa che il figlio potrebbe ancora vivo. Così ci aveva detto tre mesi fa, confessandoci un ulteriore particolare. A rafforzare l'idea di una sorte alternativa, ci sono le lettere di mamma Natuzza, la mistica calabrese con le stimmate per la quale è in corso un processo di beatificazione. Alla mistica di Paravati, Anna Maria si era rivolta nemmeno due mesi dopo la drammatica battuta di pesca. Era andata a cercarla, nel profondo sud, in provincia di Vibo Valentia, ma in quel periodo la donna non poté incontrarla a causa del peggioramento delle condizioni di salute. Natuzza rispose però a tutte le lettere giunte in seguito e la risposta fu sempre la stessa: «Non vedo Luigi tra i morti». Parole fortissime per chi è lacerato dai dubbi e dal dolore, parole a cui la mamma e il papà di Luigi si sono aggrappati in tutti questi anni per non lasciarsi trascinare nel vortice della disperazione.
Le nuove indagini
Alla procura di Paola si lavora già da tempo al caso, ma purtroppo l'inesorabile scorrere del tempo ha reso le nuove indagini particolarmente complicate, tant'è che il pubblico ministero, cioè l'accusa, una decina di giorni fa aveva chiesto l'archiviazione del caso. Ma la famiglia di Luigi non ha nessuna intenzione di mollare la presa. Tutto ciò che chiedono è di sapere la verità e di capire come andarono realmente le cose quella mattina, di capire se la verità processuale finora accertata corrisponda per filo e per segno a ciò che successe quella terribile mattina che segnò profondamente la città di Praia a Mare. Al momento sulle nuove indagini vige il più stretto riserbo, ma da quanto trapelato la procura avrebbe formulato l'ipotesi di un reato gravissimo per il momento a carico di ignoti. Se la tesi abbia fondamento o meno, lo stabiliranno i giudici del tribunale di Paola nei modi e nei tempi opportuni, grazie alla decisione del gip Mesiti, tutt'altro che scontata.