Aveva 75 anni, è morto in una casa di cura a Belvedere. Il ricordo commosso del sindaco di Cosenza Franz Caruso: «Si impegnò incessantemente nell'opera di divulgazione di questa eccellenza e grande risorsa della sua terra d'origine»
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È morto a Belvedere Marittimo, dove era ricoverato in una casa di cura a causa di una grave malattia, lo scrittore e poeta Franco Galiano, 75 anni, fondatore e presidente dell'Accademia internazionale del cedro. Il nome di Galiano è legato alla conoscenza ed alla valorizzazione del cedro, frutto tipico della riviera che ne prende il nome ed agrume sacro per le comunità ebraiche nel mondo. Al cedro Galiano aveva dedicato buona parte della sua produzione letteraria e della sua attività di divulgazione storica, approfondendo in particolare le connessioni, mediate proprio dal cedro, stabilitesi decenni fa tra la popolazione locale e il popolo ebraico.
Galiano è stato anche componente del Comitato Unesco della Regione, all'interno del quale ha spinto per inserire il cedro tra i beni patrimonio dell'umanità. Ha fornito inoltre il suo contributo nel processo per il riconoscimento della denominazione di origine protetta "Cedro" di Santa Maria del Cedro. Come insegnante di materie umanistiche ha formato numerosi studenti degli istituti superiori del Tirreno cosentino, in particolare del liceo "Pietro Metastasio" di Scalea.
Il cordoglio
Il consigliere comunale di Cosenza Domenico Frammartino, con un post su Facebook, ha ricordato: «Soltanto pochi mesi fa, a Cosenza presso il Teatro Rendano la Commissione Cultura del Comune di Cosenza, l’aveva ospitato in occasione della sua ultima fatica letteraria, la presentazione del suo libro “Epifania Mediterranea”».
La notizia della morte è stata accolta con un messaggio di cordoglio anche da parte del sindaco di Cosenza, Franz Caruso: «Sono profondamente addolorato per la scomparsa dello scrittore, saggista e poeta Franco Galiano. La triste notizia ci ha colti di sorpresa. E pensare che solo qualche mese addietro avevo avuto il piacere di premiarlo nella Sala Quintieri del Teatro Rendano in occasione della presentazione del suo ultimo libro, “Epifania Mediterranea”, per iniziativa della commissione cultura di Palazzo dei Bruzi, presieduta da Mimmo Frammartino».
«Con Franco Galiano – ha affermato – scompare una figura particolarmente poliedrica, nella quale convivevano molteplici aspetti: lo scrittore, il saggista, il poeta, ma anche l'autore di opere per il teatro. Persona di innegabile cultura, molto legato alla sua terra, si impegnò incessantemente anche nell'opera di divulgazione del cedro, eccellenza e grande risorsa della sua terra d'origine, divenendo presidente dell'Accademia internazionale del cedro. In questa veste contribuì notevolmente alla promozione e alla diffusione del cedro calabrese all'estero, divenendone autentico ambasciatore».
«La produzione letteraria e poetica come quella di divulgatore del cedro – ha detto ancora Caruso – non devono essere tenute disgiunte, però, dall'impegno che Franco Galiano seppe profondere in politica. Socialista della prima ora, Franco fu dirigente provinciale del Psi ed esponente di quell'ala sinistra che si richiamava alle posizioni di Pino Iacino, tant'è che con lo stesso Iacino abbiamo assistito al Rendano alla presentazione dell'ultimo libro di Galiano. Nel partito diede un contributo importante, di spessore. Una militanza attiva che ebbe modo di estrinsecarsi in un periodo nel quale nelle sezioni il confronto era sì acceso e serrato, ma sempre improntato al rispetto». Il sindaco ha poi indirizzato le sue più sentite condoglianze e quelle dell'amministrazione comunale ai familiari di Franco Galiano.
Il ricordo del presidente del Consorzio del cedro
Così lo ricorda il presidente del Consorzio del cedro di Calabria Angelo Adduci: «Si è spenta la voce più autorevole nel mondo del cedro. Franco Galiano, il presidente dell'Accademia Internazionale del Cedro, ci ha lasciato, e rimane un vuoto incolmabile nei nostri cuori. Egli è stato molto più di un semplice cultore del cedro; è stato il suo “profeta”. Un uomo che ha dedicato la sua intera vita a promuovere e celebrare questo frutto straordinario ed il mondo a cui è legato, ponendolo al centro della scena internazionale, e favorendo l’instaurazione di legami interculturali ed istituzionali con le comunità ebraiche. Se oggi Santa Maria del Cedro – citando Galiano – è l’Oasi del Cedro, lo dobbiamo soprattutto a lui. Attraverso le sue opere ha condiviso la visione poetica che aveva della sua terra natia e della Calabria, permettendo a tutti di innamorarsi della bellezza senza tempo di questa regione».
«Tra le sue opere più celebri – continua –, ricordiamo "Elogio di Scalea con sentimento velato", un inno appassionato alla cittadina alto-tirrenica, che definiva la sua seconda casa. "Epifania mediterranea", opera che ci invita a guardare alla Calabria con la lente della storia, per scoprire luoghi in cui i desideri e le aspirazioni dei popoli che vi abitarono riaffiorano nella realtà della vita quotidiana, sottoforma di saperi e tradizioni. "I borghi del cedro tra il Pollino e la Riviera" ci ha condotto in un viaggio attraverso i pittoreschi borghi che punteggiano la regione. "Il cibo sacro delle sirene”, opera nella quale ha celebrato gli aspetti gastronomici e culinari – anche innovativi – del cedro. “Dall'oasi del cedro con amore invisibile" ci ha svelato, poi, i sentimenti segreti dell’autore verso Santa Maria del Cedro, la sua terra-madre. Mentre "Il cedro nella realtà e nel desiderio", ultima fatica letteraria dedicata al sacro agrume, ci ha permesso di esplorare nella sua complessità le molteplici dimensioni di questo frutto unico, sotto il profilo storico-culturale, scientifico, economico e sociale».
«Ho condiviso con Franco tutto il mio lavoro, le mie speranze e i miei sogni legati al cedro – aggiunge Adduci –. La sua figura ispiratrice risiede in molte delle attività del Consorzio del cedro di Calabria. Il suo carisma, la sua passione e il suo sapere sono stati per me, e per il mondo che rappresento, una guida per portare il cedro dov’è oggi. La stessa Dop del cedro è ispirata alle sue opere».
«Oggi – conclude –, mentre piangiamo la sua scomparsa, lo consegniamo alla storia. Il suo contributo senza eguali alla causa del cedro sarà ricordato e apprezzato per le generazioni a venire. È con l’azione, con l’amore e con il sacrificio che raccogliamo il testimone lasciatoci dal professore, perché quello di Franco Galiano non è solo un nome nella storia del cedro, ma un faro di ispirazione per tutti coloro che continuano a credere nella bellezza e nel valore di questo frutto, che egli amò incondizionatamente».