Sono accusati di omissioni di atti d’ufficio e abbandono ed immissione di rifiuti liquidi nel suolo. Secondo la procura di Reggio Calabria la mancata manutenzione dell'impianto avrebbe causato sversamento di liquami nel terreno
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Quattro tecnici del Comune di Scilla sono indagati per omissioni di atti d’ufficio e abbandono ed immissione di rifiuti liquidi nel suolo. Le indagini, chiuse nei giorni scorsi, sono coordinate dal sostituto procuratore di Reggio Calabria Giulia Maria Scavello, sono state chiuse negli ultimi giorni e condotte dai carabinieri forestali di San Roberto su disposizioni della procura. L’inchiesta ha preso avvio da un esposto da parte di alcuni cittadini in cui si segnalavano situazioni di degrado ambientale ed inquinamento causato dal reiterato malfunzionamento di un impianto di sollevamento delle acque fognarie di contrada “Buzzurro-Strada Selle” della frazione Melia del comune di Scilla.
L’attività investigativa avrebbe svelato che i tecnici comunali responsabili dell’impianto, avvicendatisi negli anni quali responsabili del servizio pubblico, non avrebbero eseguito atti del loro ufficio che, per ragioni di igiene, sanità e sicurezza pubblica, dovevano essere svolti senza ritardo. Nello specifico avrebbero omesso, ciascuno per i periodi di propria competenza, di compiere i necessari periodici provvedimenti di adeguamento, potenziamento, manutenzione ordinaria e straordinaria, nonché la riparazione delle pompe di sollevamento delle acque reflue. Una presunta condotta omissiva che avrebbe causato, nel tempo, il continuo malfunzionamento dell’impianto con il conseguente sversamento e ruscellamento dei liquami nei terreni limitrofi.