Agli inizi dello scorso agosto, il consigliere pentastellato del Comune di Scalea, Renato Bruno, aveva presentato una mozione sulla sistema idrico integrato, con l’intenzione di indirizzare tutte le scelte verso la gestione pubblica dell’acqua, partendo dal inserire nello statuto del Comune di Scalea l’accesso all’acqua quale diritto umano, universale, indivisibile, inalienabile. Ma non era passata

Bruno, però, non si è arreso e nella giornata di ieri ha depositato presso gli uffici dell'ente comunale una petizione sottoscritta da centinaia di cittadini per l'installazione delle “case dell'acqua”, impianti che offrono un “servizio di erogazione acqua pubblica potabile di qualità, naturale o frizzante, refrigerata o a temperatura ambiente tramite apposite strutture”.

I vantaggi 

«L'obiettivo principale - ha spiegato Renato Bruno - è quello di favorire l'uso dell'acquedotto comunale, evitando così l'uso di bottiglie di plastica che incidono largamente all'inquinamento». Una riflessione che coincide con gli obiettivi dell'Unione Europea: «Ormai sappiamo che la battaglia è quella per raggiungere un mondo “plastic free” e la stessa UE di recente ha accolto con voto favorevole il mettere al bando la plastica monouso entro marzo 2021».


Con l'installazione di queste casette si raggiungerebbero altri importanti risultati
, tra cui una minore produzione di rifiuti, riduzione dei mezzi per il suo trasposto, quindi minore produzione di gas di scarico. Si avrebbe inoltre un risparmio economico per le tasche dei cittadini, che il consigliere M5s quantifica in 400€ circa all'anno per famiglia.


«Speriamo che questa volta l'amministrazione sia più partecipativa e disponibile nei confronti delle proposte che arrivano anche da altre forze politiche e dai cittadini - ha concluso Bruno - e che sono volte al bene della collettività».