Sono tre i soggetti extracomunitari sottoposti a fermo di indiziato di delitto, lo scorso 8 maggio, dalla Squadra Mobile di Reggio Calabria, a conclusione di incessanti indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica del capoluogo reggino, in relazione allo sbarco, del giorno precedente, al porto di Reggio Calabria, di 731 migranti di varie etnie.

Emerge uno scenario inquietante dalle dichiarazioni rese agli investigatori della Squadra Mobile da quattro cittadini extracomunitari giunti a Reggio Calabria lo scorso 7 maggio. Brutali violenze perpetrate nei loro confronti. Amici e conoscenti torturati. Familiari uccisi. Luogo degli eventi: la Libia. E più precisamente le “case” (sarebbe opportuno definirle carceri) in cui migliaia di migranti disperati attendono – segregati, sotto stretto controllo di uomini armati, con poco cibo e acqua – di essere prelevati dai loro aguzzini per essere imbarcati su precarie imbarcazioni.

Gli elementi raccolti dalla Polizia di Stato di Reggio Calabria – coordinati dalla locale Procura della Repubblica, Direzione Distrettuale Antimafia – hanno portato al fermo di un uomo della Guinea, Saidou Toure classe ’88, accusato di far parte di un’organizzazione criminale transnazionale, finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina dall’Africa verso l’Italia, attraverso il mar Mediterraneo, con barche in legno e gommoni, mediante condotte caratterizzate da sevizie e crudeltà.

Gli altri due soggetti fermati dagli investigatori della Squadra Mobile – un uomo di nazionalità marocchina Mohamed Bouidi classe ’67 e un ghanese Emmanuel Thompson classe ’97 – sono gravemente indiziati di essere stati al comando delle due imbarcazioni in legno a bordo delle quali hanno viaggiato una parte dei cittadini extracomunitari sbarcati al porto di Reggio Calabria nella mattinata del 7 maggio u.s., dopo essere stati soccorsi in mare dalla Nave “Aquarius”, gestita dalla O.N.G. “SosMediterranè”.

Ad essi sono stati contestati i delitti di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina nonché il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina perché conducevano dalle coste libiche, verso il territorio dello Stato italiano, due imbarcazioni a bordo delle quali viaggiavano parte dei migranti giunti al porto di Reggio Calabria, procurando in tal modo l’ingresso illegale di stranieri nel territorio dello Stato, privi di cittadinanza italiana e di titolo per risiedere permanentemente sul territorio nazionale. Con le aggravanti di aver consentito l’ingresso in Italia di più di cinque persone, di aver esposto le persone trasportate a pericolo di vita, di aver sottoposto le persone a trattamento inumano o degradante e di aver commesso il fatto allo scopo di trarre profitto, anche indiretto.

Dalla ricostruzione dei fatti operata dalla Squadra Mobile è emerso, inoltre, che i migranti, a bordo delle imbarcazioni, dopo aver pagato ingenti somme di denaro agli organizzatori del viaggio, sono partiti dalla Libia alla volta delle coste italiane, senza scorte di cibo e acqua ed in precarie condizioni igienico-sanitarie. Nella giornata di ieri, 11 maggio, il fermo dei tre membri dell’organizzazione criminale è stato convalidato dal G.I.P. di Reggio Calabria che ha disposto nei loro confronti la misura cautelare della custodia in carcere.