Non c'era alcun disperso in mare fra il gruppo di migranti di etnia curda che all'alba di ieri è approdato sulla costa di Torre Melissa, nel Crotonese. Lo conferma la Capitaneria di Porto di Crotone i cui mezzi di soccorso hanno effettuato ricerche per tutta la giornata di ieri fino al tramonto, quando sono state sospese per mancanza di luce. Ma anche perché, incrociando i dati tra le forze di polizia intervenute sul posto dello sbarco, è stato possibile accertare che l'intero gruppo di migranti, composto da 50 persone, era stato tratto in salvo e trasferito al Centro di accoglienza di Sant'Anna di Isola Capo Rizzuto dove tuttora si trovano per le procedure di identificazione e l'avvio delle pratiche per il riconoscimento della protezione per motivi umanitari. Nel Cara di Isola Capo Rizzuto, al momento, sono presenti circa 600 ospiti, la metà della capienza.


Erano stati alcuni degli stessi stranieri finiti in acqua dopo che la barca a vela sulla quale viaggiavano si era rovesciata, ad affermare che uno di loro, a quanto pare un giovane, non era più riemerso, probabilmente tratti in inganno dai numerosi soccorritori che, a sprezzo del gelo, si sono tuffati in mare per soccorrere i profughi, compresi donne e bambini. Tra i quali anche un neonato di pochi mesi e la sua mamma rimasti intrappolati sulla barca rovesciata in mezzo alle onde e che sono stati tratti in salvo da alcuni finanzieri della Sezione operativa navale di Crotone. Donne e bambini trasportati poi nel reparto pediatria dell'ospedale civile San Giovanni di Dio dove hanno ricevuto le prime cure anche se le loro condizioni sono apparse buone. Nei loro confronti è scattata una gara di solidarietà da parte di cittadini crotonesi che hanno inviato centinaia di indumenti per i piccoli profughi tanto che la direzione dell'ospedale ha dovuto diffondere una nota per ringraziare tutti i generosi donatori pregandoli di non inviarne altri.