I migranti, a centinaia giunti negli ultimi giorni sulle coste crotonesi, sono stati portati in salvo. Le barche sulle quali hanno affrontato il viaggio della speranza che – presumibilmente dalla Turchia – li hanno condotti in Calabria, invece, sono ancora lì. Riverse tra gli scogli, adagiate sulla spiaggia, come vecchie carcasse. In particolare, nel territorio di Isola di Capo Rizzuto, dove si sono concentrati gli approdi, attualmente sarebbero cinque complessivamente le imbarcazioni arenate: due a Le Cannella, due a Capo Cimiti e una a Sovereto. Sulla spiaggia, anche salvagenti, indumenti, coperte termiche, bottiglie di plastica. Segni tangibili di un’emergenza umanitaria che rischia di diventare anche ambientale per questo angolo di Calabria che ricade in piena Area marina protetta Capo Rizzuto.

La denuncia sui social

Il malumore dei cittadini trova sfogo su social: «Di elogi e riconoscimenti (per salvataggi ed accoglienza) se ne sono fatti abbastanza...adesso ne rimane ancora uno … per chi bonifica questa spiaggia...» scrive un cittadino su Facebook, pubblicando le foto che mostrano lo stato in cui versa la spiaggia di Le Canella, dove dopo il drammatico sbarco del 3 novembre e quello dell’1 ottobre, le barche spiaggiate sono due.

«In questi giorni tutti hanno aiutato queste povere persone, me compresa, ora mi chiedo le barche, i vestiti e tutte queste robe, dove vanno a finire, chi ha la competenza di raccoglierle?» si chiede un’altra utente, che si dice pronta a ripulire quel tratto di costa, aggiungendo che «il Comune almeno potrebbe fare portare un contenitore dove infilare la spazzatura».

La barca arenata in località Sovereto. Foto dell'Associazione Isola Ambiente ApneaUn accorato appello lo ha lanciato anche l’associazione Isola Ambiente Apnea, dopo lo sbarco di ieri sera: «Ancora sbarchi, ancora relitti, ma soprattutto ancora tanto inquinamento. Dopo Le Cannella, adesso il protagonista è il mare di Sovereto, la famosa spiaggia dei gigli marini. Chiediamo ancora una volta a chi di competenza aiuto concreto. Le nostre spiagge non possono e non devono diventare discariche» si legge in un post su Facebook, allegato eloquenti immagini fotografiche (come questa a lato).

 

 

L’interrogazione parlamentare

La questione è finita anche in Parlamento: l’onorevole Wanda Ferro, di Fratelli d’Italia, su sollecitazione di Vincenzo Gentile, responsabile provinciale di Crotone della comunicazione del partito, ha presentato una interrogazione parlamentare a risposta scritta ai ministri della Transizione ecologica e delle Politiche agricole, alimentari e forestali, sollecitando interventi immediati per il ripristino dei luoghi e la rimozione delle imbarcazioni.

«Le barche abbandonate sono una rovina per tutta la comunità, minacciano la navigazione e, soprattutto, minacciano l’habitat di questo pezzo di costa incontaminato, generando un'immagine disastrosa dei nostri porti e di territori meravigliosi che vivono di turismo. Capo Rizzuto è, infatti, la più ampia area marina protetta d’Italia, la cui importanza risiede sia nella ricchezza faunistica e floristica marina, sia nelle spiagge bianche dalle acque cristalline. Un patrimonio ambientale e culturale come pochi, che merita di essere salvaguardato con maggiore attenzione» si legge nell’interrogazione.