La censura è la sanzione che la sezione disciplinare del Consiglio superiore della Magistratura ha inflitto nella seduta di ieri al procuratore della Repubblica di Crotone, Giuseppe Capoccia. Al magistrato erano stati contestati alcuni illeciti disciplinari concernenti gli iter amministrativi avviati dal Comune di Crotone per la rimozione degli spalti semovibili all'interno dello stadio Enzo Scida di Crotone, all'epoca in cui la squadra di calcio era iscritta al campionato di serie A.

 

Omissioni

La mancata iscrizione nel registro degli indagati del sindaco del Comune di Crotone è sfociata infatti nelle due incolpazioni mosse dall'ufficio della Procura generale presso la Corte di Cassazione nei confronti del procuratore della Repubblica, Giuseppe Capoccia. Due, in particolare, gli addebiti: un comportamento che violando i doveri arreca ingiusto danno o indebito vantaggio ad una delle parti e una grave violazione di legge determinata da ignoranza o negligenza inescusabile.  

 

La censura

La sezione disciplinare presieduta da David Ermini, vicepresidente del Csm, ha accolto solo parzialmente le richieste del procuratore generale, Giovanni Di Leo, condannando Giuseppe Capoccia in relazione al secondo addebito ma escludendo la sussitenza del primo. Comminata, quindi, la sanzione della censura, richiesta che era già stata formulata in questi termini dallo stesso rappresentante dell'ufficio di Procura in ragione della minore gravità del fatto contestato.