Il team, composto da quattro professionisti, effettuerà verifiche e sopralluoghi nel presidio ospedaliero. Sul decesso della giovane mamma, la Procura ha aperto un’inchiesta disponendo l'autopsia
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Il tragico episodio della donna morta in ospedale a Cetraro dopo aver dato alla luce il suo bimbo, ha finalmente smosso le acque. All'ospedale cetrarese nelle prossime ore arriveranno gli ispettori della commissione regionale del Risk Management (letteralmente "gestione del rischio") che dovranno cosa è accaduto con precisione due notti fa. Inoltre, secondo la prassi, dovranno attuare un processo per misurare e stimare eventuali rischi per i pazienti e successivamente sviluppare valide strategie per governarlo ed arginarlo. All'inizio della prossima settimana, invece, dovrebbe tenersi una riunione in Regione tra le parti politiche e i rappresentanti della sanità cosentina.
Cosa è accaduto
All'alba del 17 luglio scorso, tra le 5 e le 6, all'ospedale di Cetraro la 36enne Santina Adamo è morta a seguito di una emorragia di tipo massiva, ossia una condizione acuta durante la quale la sostanza ematica fuoriesce dal corpo in modo copioso tanto da mettere e a rischio le funzioni vitali. Per questo, come nel caso di Santina, a volte può risultare fatale. La donna due ore prima aveva partorito in modo naturale il suo secondo figlio e, secondo quanto trapelato, gli sforzi le avrebbero procurato una lacerazione vaginale, che i sanitari avevano medicato utilizzando specifici tamponi emostatici. Poi, improvvisamente, la situazione è precipitata e, nonostante il tempestivo trasferimento nella sala operatoria, per l'insegnante di ballo originaria di Rota Greco non c'è stato nulla da fare.
Sotto la lente di ingrandimento procedure e riorganizzazione sanitaria
Ovviamente la magistratura è già al lavoro per accertare eventuali responsabilità penali, mentre gli esperti della sanità avranno il compito di capire se la morte della giovane abbia a che fare con procedure errate o una riorganizzazione sanitaria inappropriata. I fatti hanno infatti messo in evidenza l'assenza di un chirurgo in sala operatoria la notte della tragedia e la presenza di una sola sacca di sangue compatibile con la donna nella struttura.
Per quanto riguarda il chirurgo, non c'era e non poteva esserci, perché la grave carenza di medici e infermieri che affligge il nosocomio, ha costretto i vertici sanitaria a smantellare la rete chirurgica di emergenza e urgenza. Da qualche settimana si eseguono solo le operazioni programmate e anche per quelle si stanno riscontrando grosse difficoltà. Il polo chirurgico dell'emergenza/urgenza, attualmente, è stato incentrato all'ospedale di Paola, 25 chilometri più in là, dove sorge anche il centro trasfusionale. Per questo, due notti fa, mentre la donna continuava a perdere sangue, gli addetti si sono precipitati al nosocomio paolano per rifornirsi della sostanza ematica, ma quando sono tornati Santina, che nel frattempo aveva ricevuto l'unica sacca di sangue disponibile in ospedale, era già morta. E' questo ciò che si legge in un documento post mortem finito nelle mani degli inquirenti.
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