Gli uffici del dipartimento Tutela della Salute languono. E neppure il "rastrellamento" interno disposto negli altri settori che compongono la Regione Calabria poco più di due mesi fa per creare uno staff di supporto amministrativo al commissario ad acta, Guido Longo, sembra aver sortito alcun effetto.

Il flop della mobilità interna

Il dipartimento Organizzazione e Risorse Umane si era, infatti, incaricato di avviare una procedura di mobilità interna per reperire, entro il mese di dicembre, un primo contingente di funzionari da affiancare al plenipotenziario della sanità in Calabria: 15 funzionari oltre a 25 unità di personale di categoria C e B. All'esito della procedura però il dipartimento si è visto assegnare solo altre 4 unità in più di personale. E così il commissario, Guido Longo, si affida all'esterno e in particolare a Consip «per acquisire servizi idonei a garantire il supporto necessario alle azioni del mandato commissariale». La disposizione è contenuta nel decreto adottato lo scorso venerdì, dove chiaramente vi si legge che «alla data odierna non sono ancora disponibili i mezzi necessari all’espletamento dell’incarico commissariale».

Longo delega Bevere

Così il commissario, Guido Longo, delega il dirigente generale del dipartimento Tutela della Salute, Francesco Bevere, a cui affida le redini dell’individuazione e dell’acquisizione dei servizi, appunto, attraverso Consip. Nel medesimo decreto si fa esplicito riferimento alla persistenza delle condizioni inidonee riguardo al personale, agli uffici e ai mezzi necessari all’espletamento dell’incarico commissariale demandando così il dipartimento ad acquisire servizi in relazione al rilascio di autorizzazioni e accreditamenti, alle procedure di acquisizione e distribuzione dei farmaci ed alla elaborazione e verifica dei dati relativi ai flussi informativi sanitari
obbligatori. 

Gravi carenze

Tutte attività su cui gravano «peculiari procedimenti di rilevanza strategica la cui definizione richiede tempistiche urgenti ed il cui ritardo rischia di compromettere ulteriormente le attività del dipartimento regionale, nonché del mandato commissariale, con potenziale determinazione di danno erariale».