Fine agosto da incubo per i 118 della provincia. Che devono fare i conti con le ferie del personale e con una valanga di dimissioni dovuta al braccio di ferro con l'Asp. E ora anche una frattura diventa un ostacolo insormontabile
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Nel sabato che precede la fine del mese d'agosto il servizio di soccorso in provincia di Catanzaro langue. Le postazioni territoriali del 118, deputate ad effettuare gli interventi in emergenza, operano in apnea, asfissiate da una carenza d'organico che sta lentamente falcidiando il servizio.
Postazioni demedicalizzate
Questa mattina, ad esempio, su 14 postazioni territoriali in ben 6 si opera senza la presenza del medico. Alle tre - Maida, Tiriolo e Sersale - che già a giugno avevano subito il depotenziamento, si aggiungono questa mattina quella di Catanzaro Lido, Falerna e Girifalco.
Il disservizio si allarga a macchia d'olio, incalzato dalla necessaria concessione delle ferie al personale ma soprattutto a causa delle dimissioni che stanno giungendo a valanga dopo che l'Azienda sanitaria provinciale ha deciso di adottare il pugno duro, imboccando la strada del recupero dei crediti nei confronti degli operatori convenzionati del 118.
Dimissioni a valanga
Due medici della postazione di Girifalco hanno, infine, deciso per il passo indietro e altri due della postazione di Sellia Marina. Difficile in queste condizioni rimettere tutte le caselle al posto giusto e ancor più complicato riuscire ad organizzare un servizio senza un'adeguata presenza di personale.
Anche soccorrere una frattura di femore, come accaduto questa mattina a Torre di Ruggiero, può diventare un ostacolo insormontabile.
La competenza in via teorica sarebbe della postazione di Chiaravalle Centrale, anche questa depotenziata ed è così possibile che sia necessario smobilitarne un'altra ben più distante, ad esempio, Girifalco ma che per raggiungere Torre di Ruggiero ci impiega quasi un'ora: cinquanta minuti per la precisione.
Il servizio langue in piena stagione estiva, anche se il personale si è concesso solo pochi giorni di ferie, una settimana al massimo, per non annientarlo definitivamente.