Se dici sanità, dici danno. Accade in Calabria, dove le strutture sanitarie prima o poi balzano loro malgrado agli onori di cronaca, per un motivo o per un altro. Non fa eccezione nemmeno il territorio del Tirreno cosentino. In queste ore, infatti, non ci sono solo le dichiarazioni di Vincenzo Cesareo sull'ospedale di Praia a Mare a infilare il dito in quella che è diventata una vera e propria piaga, ci sono anche quelle del consigliere regionale Carlo Guccione, costretto a inviare una interrogazione al presidente Mario Oliverio per conoscere lo stato delle gare pubbliche relative alle gestioni della Rsa (residenza sanitaria assistenziale). Tra queste, la casa di cura per anziani "San Francesco di Paola" a San Nicola Arcella, 60 posti letto, tutti occupati, e 76 dipendenti a libro paga. «Nella sanità calabrese - ha detto Guccione tre giorni fa - ormai è un dato assodato che le gare per l’affidamento della gestione dei servizi territoriali vengono espletate a distanza di anni dall’inizio della procedura», quasi fosse la prassi, ma per la struttura sannicolese la questione, se possibile, è ancora più contorta.

Lo scippo della gestione alla Universiis

La Universiis è una cooperativa sociale, capofila nel progetto di gestione della casa di cura "San Francesco di Paola", che originariamente vedeva anche il coinvolgimento di "Stella Sas". Al momento dell'affidamento, viene sottoscritto un contratto con la formula 9+9, ossia 9 anni di gestione più altri 9 in automatico, a patto che se ne faccia richiesta nei tempi previsti dalla legge. E così accade. A pochi mesi dalla scadenza del contratto, la Universiis chiede formalmente il rinnovo, che sarebbe dovuto arrivare senza problemi, dal momento che fino a quel momento non c'era stato nessun tipo di contestazione nella gestione. Lo dimostrano anche diversi controlli dei Nas che, giunti a sorpresa nella struttura per i consueti controlli, non hanno mai avuto modo di riscontrare controversie di tipo igienico. L'Asp di Cosenza avrebbe dovuto rispondere alla richiesta di rinnovare il contratto entro 30 giorni, ma lo fa dopo circa due mesi, e per di più la nega. Per l'azienda sanitaria provinciale cosentina la gestione ha delle falle e non può essere concesso il prolungamento. Ma le contestazioni sembrano deboli, tra di esse c'è ad esempio l'assenza di un percorso sensoriale, e ai i responsabili della struttura sembrano pretestuose. Così, affiancati dai loro avvocati, decidono di fare ricorso appellandosi alla giustizia.

La sentenza del Tar che alimenta incertezze

La sentenza del tribunale amministrativo regionale della Calabria arriva circa due mesi fa e invece di fare chiarezza, alimenta le incertezze. In sostanza, i giudici dicono di non potersi pronunciare nel merito perché l'iter procedurale è ancora in corso ed è quindi impossibile invalidare la gara pubblica prima che ci verifichi l'affidamento della struttura.

La sentenza del tribunale di Paola rinviata di 14 mesi

La sentenza dei giudici paolani rappresenterà un punto fermo in questa vicenda, tanto se dovesse dar ragione alla Universiis, che ha intentato la causa contro l'Asp, tanto se dovesse darle torto, perché al vaglio degli inquirenti c'è la legittimità delle contestazioni mosse dai dirigenti di via Alimena, quelle, per intenderci, che hanno portato i vertici della sanità provinciale a negare il prolungamento del contratto per altri 9 anni. Il verdetto, ad ogni modo, era previsto nei giorni scorsi e invece l'udienza è stata rimandata. Salvo nuovi impedimenti, la sentenza verrà emessa il 27 maggio del 2020. Tra un anno e due mesi.

Il mistero della sostituzione degli esaminatori

Nella vicenda ci sono molti punti oscuri, sui quali finora non si è fatta chiarezza. Uno di questi è certamente l'aspetto riguardante la commissione esaminatrice, che ha il compito di vagliare le richieste delle ditte che hanno fatto richiesta. In questi tre anni, ben sei volte si sono registrati cambi e sostituzioni fra i suoi componenti. Alcuni, chiamati ad espletare il loro compito, hanno lasciato l'incarico dopo pochi giorni. L'ultimo "ritocco" della giuria risale al 28 luglio dello scorso anno. Anche questo ha contribuito ad allungare i tempi della burocrazia.

L'ennesimo rinvio della gara

A febbraio scorso sembrava finalmente tutto pronto, sembrava che non ci fosse più nulla che potesse ostacolare l'apertura dei plichi contenenti la documentazione di 14 ditte interessate a gestire il ricovero per anziani. Sembrava, perché qualche ora prima della seduta, per uno strano scherzo del destino uno dei componenti della commissione è stato colto da malore. Seduta rinviata: è tutto da rifare.