VIDEO | Sindacalisti e cittadini stanno manifestano davanti al nosocomio cittadino contro «l'inefficienza gestionale della dirigenza sanitaria del distretto»
Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
«La salute è un diritto». Con questo slogan si sono ritrovati stamane in piazza, davanti l'ospedale Ferrari di Castrovillari gli uomini e le donne della Cgil comprensoriale Pollino Sibaritide Tirreno e le rappresentanze dello Spi Cgil comprensoriale, per ribadire la necessità di dare piena consistenza all'articolo 32 della Costituzione Italiana che «tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività».
Al sit in presente anche il segretario generale della Cgil Calabria, Angelo Sposato, il quale ha dichiarato che «parte da Castrovillari una grande mobilitazione del sindacato che attraverserà tutta la Calabria. Chiediamo al governo nazionale di riaprire il dossier calabria, rideterminare la rete territoriale. L’idea è quella di utilizzare fin da subito i soldi del Mes per rafforzare la rete di assistenza e stabilizzare le assunzioni».
Il sit-in rivendica la «piena funzionalità di tutte le strutture ambulatoriali pubbliche» - ha ribadito il segretario generale comprensoriale Cgil Pollino Sibaritide Tirreno, Giuseppe Guido, segretario generale comprensoriale Cgil - così come il «potenziamento delle risorse umane e strumentali dell'ospedale» unita alla «tutela e sicurezza per tutti i cittadini e gli operatori» che si approcciano ai servizi ospedalieri in tempo di Covid 19. Per questo si chiede alla direzione sanitaria la «riallocazione di tutti e servizi in ambienti idonei» e la «riorganizzazione della rete socio - sanitaria e assistenziale territoriale - ha commentato Franco Spingola segretario dello Spi Cgil comprensoriale - Vogliamo sapere quali sono le condizioni dello spoke di castrovillari, della funzionalità delle sale operatorie, come stanno i reparti soprattutto quelli che rischiano di chiudere. Ma anche della medicina territoriale basilare per qualsiasi tipo di riorganizzazione per la nostra sanità».
Senza dimenticare le sollecitazioni che le organizzazioni sindacali fanno rispetto alle liste d'attesa per le prestazioni ospedalieri per le quali si chiede un drastico «abbattimento». Il presidio andrà avanti fino alle 11.30 e vede una partecipazione numerosa di cittadini e sindacalisti. «Vogliamo sapere - ha dichiarato Giuseppe Guido - se gli ambulatori funzionano e come funzionano e soprattutto come smaltire le liste d’attesa già lunghe prima del Covid e oggi amplificate da un lockdown dovuto alla inefficienza gestionale della dirigenza sanitaria del distretto».
«Da mesi chiediamo che possano essere stabilizzati i precari - ha attaccato Maria bruno, della Fp comprensoriale Cgil - Abbiamo bisogno di un travolto di concertazione stabile». «Nessuno pensi che questo territorio si abbandoni a logiche di accentramento - ha aggiunto Guido - La sanità funziona in questo territorio se funziona lo spoke insieme alle altre strutture del territorio. Lo si capisca in fretta. Non siamo territorio di serie b. Se non ci riceveranno stamattina sposteremo questo presidio sotto l’asp. Non ci si costringa ad alzare il livello di confronto. Le bandiere sappiamo usarle anche per bloccare le strade. Siamo qui a chiedere di chi è la responsabilità - se la Regione Calabria da due mesi ha aperto le strutture ambulatoriali - perché qui hanno aperto da una settimana».