Il decreto Calabria utilizza una specifica espressione «adeguata esperienza professionale» ma nei giorni folli trascorsi alla disperata ricerca di un commissario per la sanità calabrese c'era pure chi si era spinto ad ipotizzare la formazione di un «dream team». Insomma, che la sanità in Calabria avesse bisogno di una energica scossa e di una poderosa virata lo si era evinto già all'indomani dell'intervista shock rilasciata dall'ormai ex commissario, Saverio Cotticelli. Ma già il Governo, forse ben conscio dello stato comatoso della sanità in Calabria, aveva voluto dotare di ogni opportuno strumento colui il quale sarebbe stato poi chiamato a risollevarne le sorti.

La struttura amministrativa

In una delle prime versioni della bozza di decreto si prevedeva, infatti, la formazione di uno staff ad hoc da porre a supporto della struttura commissariale, che al suo vertice si compone di commissario e due o più sub commissari. Nello specifico, si prevedeva la costituzione di «una struttura amministrativa di 25 elementi, di cui 5 unità con qualifica dirigenziale, 15 unità con qualifica non dirigenziale di collaboratore amministrativo, tecnico-professionale e sanitario di categoria D e 5 unità con qualifica di assistente amministrativo di categoria C, in posizione di comando, ovvero di distacco obbligatorio, dalla Regione Calabria, da enti regionali e da enti del servizio sanitario regionale, dotati di adeguata esperienza professionale per l’incarico da ricoprire e individuati previo interpello».

Adeguata esperienza

Ma già la versione definitiva appariva decisamente più annacquata. In Gazzetta Ufficiale il decreto non faceva più alcun cenno alla formazione di una struttura amministrativa ma molto più genericamente prescriveva alla Regione Calabria di mettere a disposizione della struttura commissariale «personale, uffici e mezzi necessari per l'espletamento dell'incarico». Sempre nel numero di 25 ma personale «dotato di adeguata esperienza professionale, appartenente ai ruoli regionali in posizione di distacco obbligatorio o da acquisire tramite interpello da enti regionali e da enti del servizio sanitario regionale». In teoria, la norma consente anche l'uso dell'istituto del distacco di personale proveniente dalle aziende sanitarie e ospedaliere regionali.

 

Il rastrellamento in Cittadella

E per non far mancare adeguato supporto al neo nominato commissario, Guido Longo, la Regione non ha perso tempo e ha guardato al suo interno chiedendo la disponibilità di personale a tutti i dipartimenti della Cittadella. A dar man forte al plenipotenziario della sanità in Calabria potrebbero a breve esserci così dipendenti avvezzi ad evadere pratiche riguardanti rifiuti, a predisporre bandi turistici, tecnici provenienti dai Lavori pubblici o, perchè no, con lunga esperienza in agricoltura. Certamente, esperti in materia amministrativa, se non altro per aver prestato servizio in un ente pubblico, ma non dotati di quella «adeguata esperienza professionale» espressamente richiesta nel decreto Calabria. La rivoluzionaria operazione di risanamento potrebbe così concludersi con un rimescolamento di scrivanie o con un semplice cambio di ufficio.