Fondi e progetti fermi anche per case della salute e restyling di poliambulatori: «Longo solleciti Invitalia e Asp a completare le procedure per cantierizzare le opere finanziate»
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Parlare di edilizia sanitaria significa intrecciare dei diritti negati nella nostra regione, quali garantire standard qualitativi, strutturali, tecnologici, di efficienza e di umanizzazione delle cure nelle nostre strutture sanitarie ospedaliere e territoriali, come sancito dalla legge 135/2012, nonostante il forte impegno degli operatori sanitari e il diritto al lavoro in una Regione che nel 2020 ha registrato una riduzione dell’8,9% del prodotto interno lordo.
Eppure la Calabria dispone di oltre 1 miliardo e 500 milioni di euro per costruire nuovi ospedali o metterli a norma, per realizzare le case della Salute, per il restyling dei poliambulatori o per acquistare tecnologie sanitarie; finanziamenti inutilizzati, anche da oltre 20 anni come si è verificato per i 14.460.793,17 milioni di euro per l’ammodernamento dell’ospedale di Locri o i 10.370.995,12 milioni di euro per le nuove unità operative di malattie infettive finalizzati dalla legge 135/90 per “la lotta all’Aids”.
La richiesta
Dati che il presidente regionale dell’Ance Giovanbattista Perciaccante, il portavoce di Comunità competente Rubens Curia e Francesco Costantino, componente del coordinamento della stessa Comunità che raggruppa 50 associazioni e comitati hanno snocciolato per portarli all’attenzione del commissario Guido Longo (foto a destra). Proprio al numero uno della sanità calabrese chiedono «di sollecitare Invitalia e le Aziende sanitarie a completare subito tutte le procedure per cantierizzare, finalmente, le opere finanziate».
Cidedono, inoltre, che «Invitalia pubblichi un cronoprogramma con lo stato dell’arte delle procedure e, infine di istituire a livello regionale una cabina di regia che monitorizzi il rispetto della tempistica delle opere programmate. Riteniamo, infatti, che con la partecipazione degli attori sociali e dei rappresentanti delle Istituzioni si garantisca quella trasparenza che possa contrastare la corruzione e la pervasività della ‘ndrangheta di cui il Commissario Longo è un fiero oppositore».
I dati
Durante la conferenza stampa Ance e comunità competente hanno messo a nudo una realtà disarmante: «Nel miliardo e 500 milioni di euro sono stati finanziati dal 2007, con una somma che oggi è lievitata a circa 438 milioni euro, i tre nuovi ospedali della Sibaritide, di Vibo Valentia e della Piana di Gioia Tauro (foto a sinistra); non è stata posta una prima pietra per le otto case della salute con gli oltre 67 milioni assegnati sin dal 2012, anzi siamo riusciti a perderne 17 per cui oggi sono finanziate sei CdS per 48.952.252,43 milioni di euro. Che dire dei 180 milioni di euro assegnati, oltre 6 anni fa, dall’Inail alla nostra Regione per costruire a Reggio Calabria il nuovo ospedale Morelli o gli 86 milioni e 488 mila euro finanziati con la legge 60/2019 per acquistare tac/rmn/ Mammografi ed altre apparecchiature o i 466 milioni e 570 mila euro per il nuovo ospedale di Cosenza, per l’ospedale di Crotone o la Cittadella della Salute di Cosenza o ancora i 235 milioni per il nuovo ospedale di Catanzaro, per la Cittadella della salute di Catanzaro e per il Mater Domini o gli oltre 40 milioni di euro per incrementare i posti letto delle terapie intensive, semintensive e per il restyling dei pronto sSoccorsi dei nostri ospedali come previsto dai Ddca numero 91 del 18/06/20 e 104 del 29/07/20».
Progetti e futuro
Certamente sono finanziamenti importanti che, se utilizzati tempestivamente, avrebbero, anche, contribuito a contrastare la crisi economica della nostra regione. Una volta cristallizzati i ritardi storici accumulati e tenuto conto della legge 60/19, il Generale Cotticelli emanava il 15 aprile 2020 il dca numero 77 con cui approvava lo “Schema tipo di Convenzione da stipulare con Invitalia” per realizzare le opere finanziate con i fondi dell’art. 20 della legge n° 67/88, i fondi Inail, i Pac 2014/2020, le Case della Salute ecc; purtroppo a distanza di 13 mesi dalla pubblicazione del dca ancora tutto è impalpabile.
Per Ance e comunità competente questa è l’ennesima dimostrazione della mancanza di volontà: «Ci saremmo aspettati un forte impegno per recuperare i gravi ritardi accumulati negli anni». Adesso la palla passa a Longo investito di un compito arduo: ricostruire la sanità calabrese partendo da un tesoro disponibile e da progetti pronti a essere cantierizzati.