La Calabria ha sottoscritto un accordo con il Governo tredici anni fa per la realizzazione di tre nuovi ospedali finanziati con circa 440 milioni di euro: quello della Sibaritide (376 posti letto), quello della Piana di Gioia Tauro (352) e quello di Vibo Valentia (339). Ma per vederli in funzione, nella migliore delle ipotesi, toccherà aspettare il 2023. A dirlo è Jole Santelli, nella risposta all'interrogazione che le avevano inviato poche settimane fa i consiglieri regionali del Pd Bevacqua, Guccione, Irto, Notarangelo e Tassone. I cinque democrat avevano stilato un lungo elenco delle risorse destinate alle tre strutture, nonché di quelle da impiegare per le Case della Salute di San Marco Argentano, Cariati, Mesoraca, Chiaravalle, Scilla e Siderno più quelli per l'acquisto di tecnologie sanitarie e il potenziamento della rete ospedaliera. La Calabria ha, infatti, a disposizione circa due miliardi di euro da investire per migliorare il suo sistema sanitario pubblico, ma tutto sembra essersi incagliato tra gli scogli della burocrazia. Tant'è che i consiglieri volevano sapere dalla governatrice a che punto fosse l'iter e, soprattutto, quali iniziative urgenti intendesse assumere per sbloccarlo. E suggerivano anche il modo per avviare i cantieri al più presto: prendere esempio dalla ricostruzione del ponte di Genova, creando un istituto in grado di semplificare le procedure. Ma la risposta della presidente della Regione lascia intendere che per i calabresi ci sarà ancora parecchio da attendere.

 

Ospedali Sibaritide, Piana, Vibo: 16 anni d'attesa... se va bene

Per quanto riguarda gli ospedali della Sibaritide e della Piana, la Tecnis s.p.a. - socio di maggioranza del concessionario che si era aggiudicato l'appalto per progettazione, realizzazione e gestione dei nosocomi - ha avuto problemi finanziari, tanto da dover cedere il ramo d'azienda “Presidi ospedalieri” alla società D'Agostino Angelo Costruzioni Generali Srl nell'autunno dello scorso anno. Per l'ospedale della Sibaritide, la stessa D'Agostino ha rilevato ad aprile anche le quote del socio di minoranza, Cogiatech, anch'esso in difficoltà economiche. E lo stesso ha fatto, ma nel mese di marzo, a Gioia Tauro, subentrando per il medesimo motivo alle società Cogip e Sintec.

Nella Sibaritide adesso il concessionario dovrà completare numerose attività propedeutiche al riavvio dei lavori, che riguarderanno i muri perimetrali, le sistemazioni esterne e l'edificio tecnologico. La Santelli scrive che, da cronoprogramma aggiornato, l'entrata in esercizio della struttura è prevista per il mese di marzo 2023. Sempre meglio che nella Piana, dove il rinvenimento di alcuni reperti archeologici e alcune variazioni al progetto originale per necessità strutturali, fanno scrivere alla governatrice che per vedere in funzione il nuovo ospedale toccherà attendere almeno l'ottobre del 2024.

Dovrebbe essere pronto invece, se il cronoprogramma sarà rispettato, per settembre del 2023 quello di Vibo Valentia. Anche lì in fase di progettazione è emersa la necessità di apportare varianti, sia in termini tecnici che economici, rispetto alle previsioni iniziali. I lavori sono ripresi il 14 maggio e al concessionario è stato richiesto di limitare le modifiche agli aspetti di assoluta indispensabilità per non far aumentare a dismisura i costi.

 

Case della Salute, ancora nessuna gara d'appalto

Nonostante fosse prevista la loro apertura entro la fine di quest'anno, è impossibile sapere quanto ci vorrà per veder sorgere le sei Case della Salute, per le quali sono stati stanziati quasi cinquanta milioni di euro. Gli uffici tecnici delle Asp interessate non hanno ancora avviato le gare d'appalto, anche se le risorse ci sono e la Regione, nonostante i ritardi accumulati, non ha avviato procedure di revoca o recupero delle stesse. La convenzione siglata tra il commissario ad acta e Invitalia in aprile dovrebbe però, almeno sulla carta, imprimere un'accelerazione alle procedure per predisporre i bandi necessari all'avvio dei lavori.

 

Ammodernamento tecnologico, si aspetta la risposta dal Ministero

Ci sono poi oltre 96 milioni di euro – meno di cinque a carico della Regione, gli altri messi dallo Stato – per ammodernare la strumentazione in uso nelle Aziende del servizio sanitario regionale. Con 86 di essi la Calabria intende acquistare 23 Tac (e aggiornarne una esistente), 14 risonanze magnetiche (anche in questo caso una sarà aggiornata), 19 mammografi, 12 angiografi, 2 gamma camera, 3 gamma camera/Tac, 3 Pet/Tac e 2 acceleratori lineari. Il programma è stato trasmesso al Ministero della Salute per l'ammissione al finanziamento e Santelli a inizio aprile ha scritto al ministro Speranza chiedendogli di fare in modo che l'istruttoria abbia tempi rapidi.

I restanti 10 milioni dovrebbero essere impiegati per riqualificare i servizi di radioterapia oncologica di ultima generazione delle Ao di Cosenza e Catanzaro e del Gom di Reggio Calabria. L'idea, in questo caso, è di acquistare tre nuovi acceleratori lineari e relativa componentistica. Serviranno, inoltre, realizzare i necessari lavori edili e impiantistici per installare le apparecchiature. Il nuovo acceleratore a Cosenza andrà ad aggiungersi ai due già esistenti, mentre a Reggio e Catanzaro saranno sostituiti quelli presenti, ormai obsoleti. L'istruttoria tecnica per l'approvazione del programma è in corso e anche stavolta toccherà al Ministero concluderla con il placet al finanziamento.

 

Rete ospedaliera, altri 700 milioni in attesa di essere spesi

Per provare a restituire ai calabresi una rete ospedaliera regionale degna di questo nome ci sarebbero poi altri 700 milioni di euro. Sono quelli grazie ai quali – col benestare del commissario ad acta per il Piano di rientro, arrivato nel settembre scorso – sono state programmate numerose opere. La principale – vale 375 milioni – dovrebbe essere il nuovo ospedale di Cosenza, dove dovrebbe sorgere, grazie ad altri 45 milioni, anche la Cittadella della Salute. Ma sono previsti anche l'adeguamento e il potenziamento degli ospedali di Crotone e Lamezia, più l'acquisto per il Gom di Reggio di un angiografo biplanare. A Catanzaro - una volta concluso l'accorpamento tra Pugliese-Ciaccio e Mater Domini – dovrebbero arrivare invece investimenti per 235 milioni, con la realizzazione di un nuovo ospedale e della Cittadella della Salute e l'adeguamento funzionale e impiantistico del Mater Domini. Le ultime comunicazioni a riguardo intercorse tra la Regione e il Ministero della Salute risalgono però al 24 settembre 2019. Da allora non si sa più nulla, se non che la Santelli intende portare avanti quanto programmato da chi l'ha preceduta.